Un importantissimo e severo monito a tutti i venditori di parole inutili, attraverso l’insegnamento di san Paolo.
"Fratelli, non comportatevi da bambini nei giudizi; siate come bambini quanto a malizia, ma uomini maturi quanto ai giudizi. Sta scritto nella Legge:
Parlerò a questo popolo in altre lingue
e con labbra di stranieri,
ma neanche così mi ascolteranno, dice il Signore. Quindi le lingue non sono un segno per i credenti ma per i non credenti, mentre la profezia non è per i non credenti ma per i credenti. Se, per esempio, quando si raduna tutta la comunità, tutti parlassero con il dono delle lingue e sopraggiungessero dei non iniziati o non credenti, non direbbero forse che siete pazzi? Se invece tutti profetassero e sopraggiungesse qualche non credente o un non iniziato, verrebbe convinto del suo errore da tutti, giudicato da tutti; sarebbero manifestati i segreti del suo cuore, e così prostrandosi a terra adorerebbe Dio, proclamando che veramente Dio è fra voi".(1 Corinzi 14, 20-25)
Alla nostra generazione che, sotto accigliati atteggiamenti di critica e di scienza, si fa banditrice di parole inutili se non addirittura di frottole, non deve sfuggire il monito gravissimo che scaturisce dall’insegnamento dell’Apostolo in questo capitolo sull’eccellenza del dono della profezia su quello delle lingue.
L’ammonimento dell’Apostolo e gli argomenti con i quali egli lo illustra costituiscono per noi un monito.
Se san Paolo, infatti, trattando non di due manifestazioni dell’ingegno umano o di due rami di scienza terrena, ma di due doni dello Spirito Santo, insiste sull’eccellenza del secondo sul primo, unicamente perché non concepisce nella Chiesa un’attività che non riesca di edificazione e di consolazione spirituale dei fedeli, con più forte ragione ci ammonisce a ripudiare tutte quelle forme di ostentazione orgogliosa di scienza, di erudizione, di critica e di conoscenze umane, che non solo non giovano all'edificazione dei fedeli ma li disorientano dalla fede e dalla pietà, e non rare volte sono addirittura un’insidia per lo spirito cristiano.
Se chi ha un dono dello Spirito Santo, nel servirsene, deve porsi prima di tutto e soprattutto la domanda: «Giova questo all’edificazione degli altri?»; questa medesima domanda molto più se la deve porre chi scrive, chi insegna, chi esorta o chi fa ricerche storiche, critiche o archeologiche. Non è una domanda oziosa, ma implica una grave responsabilità di coscienza.
Da questo punto di vista, così importante ed essenziale dell’edificazione delle anime, bisogna riconoscere e confessare che molta della produzione moderna ispirata allo scientificismo e criticismo più o meno modernista, soprattutto nel campo biblico, non solo non è edificante ma è deleteria, sia per i fedeli sia per chi si prepara al sacerdozio, e per i sacerdoti e religiosi che debbono essere araldi della fede, luce e sale della terra, guide ed aiuto nelle vie del Cielo.
Dovremmo qui fare una disamina severa di questi spacciatori di parole e di frottole più o meno in veste di scieeenza (!!!) e di criiitica (!!) per dimostrare quanto male hanno fatto e fanno alle anime, abituandole all’orgogliosa iattanza, alla presunzione, ed alla diffidenza per tutto ciò che è Tradizione, semplicità di fede, e persino insegnamento dei Padri, che per noi dovrebbe essere santo, sacro e bello, come è bello un fascio di raggi solari riflesso in uno specchio, che illumina un angolo oscuro di una valle al sorgere o al tramontare sole.
Parlate con uno abituato a queste tristi e agghiacciate scuole moderne, e vi sentirete spifferare ad ogni piè sospinto paroloni, teorie, affermazioni, critiche, svalutazioni ecc. fatte con tale spirito di assolutismo, di disprezzo e d’infallibilità, che vi fa pena quando non vi stomaca.
Se non siete più che forti nella fede e nella pietà, vi troverete innanzi ad un orizzonte confuso che vi confonde, vi sembrerà in un primo momento di librarvi a volo in atmosfere superiori, e vi accorgerete in un secondo momento che più vi pare di volare in alto e più rimanete assiderati.
Strano, ma pur vero, soprattutto nel campo dello spirito: al livello comune si è riscaldati o si gode la frescura primaverile, a diecimila metri, dove si avrebbe l’illusione di stare più vicini al sole, si trovano cinquanta gradi sotto zero! Queste sono le altezze alle quali ci portano le quisquilie della modernità priva di amore di Dio; basta leggere qualcuno dei libri di simile genere per convincersene.
Chi parla in altre lingue lodando il Signore — dice san Paolo — non parla agli uomini ma a Dio, pur lodando il Signore, il suo linguaggio non giova per l’edificazione l’esortazione e la consolazione delle anime.
Chi parla non nella lingua dello Spirito Santo ma in quella del povero orgoglio umano, e non può essere capito, o anche se capito, non si ferma che a questioni accidentali, oziose o peggio che fanno venire molti dubbi sulla Parola di Dio, non solo non giova, ma nuoce e sottrae allo spirito umano ogni consolazione ed edificazione.
Il suono delle parole umane, peggio, delle parole incerte della critica e della falsa scienza, non è suono di tromba soprannaturale che orienta nelle battaglie dello spirito, ma è suono incerto, è parola che verbera l’aria, è lingua sconosciuta all’anima che è assetata di Dio.
Non siamo, perciò, fanciulli nell'intelligenza, non andiamo in cerca di notizie peregrine che appagano la curiosità o fomentano l’orgoglio; siamo invece avidi della Parola di Dio, e cerchiamo quello che giova alla nostra eterna salvezza, edificandoci e aiutandoci alla pratica della virtà,
Certe questioni filologiche, storiche o anche critiche, trattate con moderazione, possono giovare all’intelligenza del Testo Sacro, e allora soltanto hanno la loro utilità.
Quando portano nella mente la confusione delle opinioni più disparate, o nel cuore l’inaridimento, non giovano a nulla, e bisogna riservarle tutto al più a pochi specializzati, sempre pieni di pietà e di spirito, che possano servirsene opportunamente per la gloria di Dio e il bene delle anime.
Norma fondamentale di ogni attività nella Chiesa dev'essere la gloria di Dio e l’edificazione del popolo.
(Don Dolindo Ruotolo "Commento alla sacra scrittura - Lettere di san Paolo apostolo" Casa Mariana Editrice)