“Non è accettabile – diceva Padre Amorth – il ragionamento di certe persone che dicono: “Uno vive sempre in grazia di Dio, muore, commette un peccato mortale e va all’inferno e colui che vive sempre lontano da Dio commettendo tanti peccati poi, all’ultimo momento si converte e va in Paradiso”. Questo è un ragionamento stupido, insostenibile, perché fa sembrare che Dio sia colui che va a caccia di anime da mettere all’inferno mentre invece la sua misericordia è immensa.
Egli vuole che tutti si salvino e nessuno perisca. In che modo? Non con una misericordia fasulla di alcuni che credono: “È così misericordioso che tanto ci mette tutti in Paradiso”. Questa è una misericordia sbagliata ed è una maniera per non salvare l’uomo. Invece la misericordia di Dio si esprime così: “Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva”, dando la possibilità all’uomo di convertirsi”.
“Vorrei
aggiungere questo. Il momento della morte è così importante che io sono
convinto che il Signore chiama ognuno di noi nel momento migliore.
Tempo fa leggevo una frase tratta da una lettera di San Pietro nella quale l’apostolo scrive che “davanti a Dio non c’è differenza tra un giorno solo e mille anni” cioè che la pazienza di Dio è grande, Egli aspetta nel giudicare.
Noi vorremmo vedere subito il bene premiato e il male condannato ed invece non è così, basti pensare alla parabola del buon grano e della zizzania. Dio dice: – Aspettiamo il tempo della mietitura – e San Pietro aggiunge: – Questa pazienza di Dio che aspetta il tempo della mietitura non è debolezza, ma è misericordia, perché Dio vuole dare a tutti la possibilità di convertirsi.
Quindi, io credo, che uno che si danna, è così cocciuto nel male che non si pente… come i demoni che dicono: “Se tornassi indietro rifarei la stessa cosa”. Perché c’è una cocciutaggine nel male. Però tutti coloro che si dannano dovranno riconoscere che hanno avuto da Dio mille occasioni di potersi convertire”.
Quante volte leggiamo sui giornali di incidenti stradali nei quali perdono la vita molti giovani, a volte giovanissimi? Una vita che si spezza prematuramente è un concetto inconcepibile per le nostre menti che non comprendono fino in fondo il mistero della morte.
Può essere di conforto pensare che l’anima nell’altra dimensione potrebbe essere incaricata di svolgere qualche missione importante a vantaggio di chi resta, contribuendo pertanto al progetto divino. Dio forse chiama a sé quell’anima perché ne ha bisogno, insieme a tante altre, per adempiere al suo progetto di salvezza, talvolta per preparare la strada a coloro che rimangono.
Ma non è solo questa la ragione per cui l’Onnipotente permette che alcune anime scompaiano prematuramente dal mondo.
Come giustamente molti hanno osservato, una morte prematura potrebbe essere anche la via per scontare meno fuoco purificatore.
Padre Amorth a riguardo commentava:
“Sì, lo ritengo possibile perché il Signore sceglie sempre il momento migliore per farci morire. Il martirio di Maria Goretti, ad esempio, tanto per citare un caso di morte prematura meritoria, è stato il mezzo che ha ottenuto alla santa una gloria, una santità e uno stato di beatitudine eterna che forse non avrebbe raggiunto se fosse vissuta su questa terra. Vorrei però insistere su questo concetto: è così importante il momento della morte che io sono convinto che il Signore per ognuno cerca il momento migliore”.