domenica 24 dicembre 2023

Preghiera nella notte di Natale

PREGHIERA NELLA NOTTE DI NATALE

O Gesù, Redentore del mondo,
atteso dalle genti e nostro salvatore,
vieni presto e non tardare
a sanare le ferite del cuore umano.

Vieni, Signore della vita,
a portare gioia e felicità,
nelle nostre vite,
segnate da tante malattie
del corpo e dello spirito,
che solo Tu puoi guarire,
con la forza risanatrice
della tua parola di vita.

Vieni in questa notte,
attesa da tutti i popoli,
a portare luce e conforto
a chi brancola nelle tenebre del dubbio,
del peccato e della tristezza dell’anima. 

Signore, Gesù, fa che nessuno al mondo possa essere triste per mancanza d’amore,
del Tuo amore, del nostro amore,
dell’amore dei propri cari
e di quanti si sono impegnati ad amare.

Signore vieni nella case e nelle famiglie
delle nostre città, dei nostri paesi,
dei nostri borghi e nelle periferie
più dimenticate di questo bellissimo
mondo che Tu hai creato.

Su tutta la terra,
come nella notte santa di Betlemme,
rifulga la stella cometa
della Luce divina
che porti con Te, Gesù Bambino.

Fa che in ogni mente ed in ogni cuore
si accenda potente e caloroso
il fuoco dell’amore, della misericordia
e del perdono,
il fuoco ardente di quella carità
e solidarietà,
che continui a irradiare da Betlemme,
a tutta l’umanità,
a partire da quella notte santa,
in cui Ti sei fatto Bambino,
o Dio d’ amore infinito.

Amen.

p. Antonio Rungi

 


 

mercoledì 13 dicembre 2023

Una religione vale un'altra? Perché ho combattuto il liberalismo in religione (J.H. Newman)

«Ho dovuto passare attraverso molte prove, ma avvicinandomi ormai alla fine di tutto, mi sentivo in pace. Tuttavia non è forse possibile che io sia vissuto tanti anni proprio per vedere questo giorno? 
Nella mia lunga vita ho commesso molti sbagli. Non ho nulla di quella sublime perfezione che si trova negli scritti dei santi, cioè l’assoluta mancanza di errori. 
Ma ciò che credo di poter dire riguardo tutto ciò che ho scritto è questo: la mia retta intenzione, l’assenza di scopi personali, il senso dell’obbedien­za, la disponibilità ad essere corretto, il timore di sbagliare, il desiderio di servire la santa Chiesa, e, solo per misericordia divina, un certo successo. […] 
E mi compiaccio di poter aggiungere che fin dall’inizio mi sono opposto ad una grande sciagura. 
 

Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimè! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato. 
 
Il liberalismo in campo religioso è la dottrina secondo cui non c’è alcuna verità positiva nella religione, ma un credo vale quanto un altro, e questa è una convinzione che ogni giorno acquista più credito e forza. 
È contro qualunque riconoscimento di una religione come vera. 
Insegna che tutte devono essere tollerate, perché per tutte si tratta di una questione di opinioni. 
La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o miracoloso; ed è un diritto di ciascun individuo farle dire tutto ciò che più colpisce la sua fantasia. 
La devozione non si fonda necessariamente sulla fede. Si possono frequentare le Chiese protestanti e le Chiese cattoliche, sedere alla mensa di entrambe e non appartenere a nessuna. 
Si può fraternizzare e avere pensieri e sentimenti spirituali in comune, senza nemmeno porsi il problema di una comune dottrina o sentirne l’esi­genza. 
Poiché dunque la religione è una caratteristica così personale e una proprietà così privata, si deve assolutamente ignorarla nei rapporti tra le persone. Se anche uno cambiasse religione ogni mattina, a te che cosa dovrebbe importare? Indagare sulla religione di un altro non è meno indiscreto che indagare sulle sue risorse economiche o sulla sua vita familiare. La religione non è affatto un collante della società. 
 
[…] Ora questa struttura civile della società, che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il cristianesimo. […] per la fine del secolo, se Dio non interviene, sarà del tutto dimenticato. 
Finora si pensava che bastasse la religione con le sue sanzioni soprannaturali ad assicurare alla nostra popolazione la legge e l’ordine; ora filosofi e politici tendono a risolvere questo problema senza l’aiuto del cristianesimo. Al posto dell’autorità e dell’inse­gnamento della Chiesa, essi sostengono innanzitutto un’educazione totalmente secolarizzata, intesa a far capire ad ogni individuo che essere ordinato, laborioso e sobrio torna a suo personale vantaggio. Poi si forniscono i grandi principi che devono sostituire la religione e che le masse così educate dovrebbero seguire, le verità etiche fondamentali nel loro senso più ampio, la giustizia, la benevolenza, l’onestà, ecc.; l’esperienza acquisita; e quelle leggi naturali che esistono e agiscono spontaneamente nella società e nelle cose sociali, sia fisiche che psicologiche, ad esempio, nel governo, nel commercio, nella finanza, nel campo sanitario e nei rapporti tra le Nazioni. Quanto alla religione, essa è un lusso privato, che uno può permettersi, se vuole, ma che ovviamente deve pagare, e che non può né imporre agli altri né infastidirli praticandola lui stesso.

[…] non dimentichiamo che nel pensiero liberale c’è molto di buono e di vero; basta citare, ad esempio, i principi di giustizia, onestà, sobrietà, autocontrollo, benevolenza che, come ho già notato, sono tra i suoi principi più proclamati e costituiscono leggi naturali della società. È solo quando ci accorgiamo che questo bell’elenco di principi è inteso a mettere da parte e cancellare completamente la religione, che ci troviamo costretti a condannare il liberalismo. Invero, non c’è mai stato un piano del Nemico così abilmente architettato e con più grandi possibilità di riuscita. E, di fatto, esso sta ampiamente raggiungendo i suoi scopi, attirando nei propri ranghi moltissimi uomini capaci, seri ed onesti, anziani stimati, dotati di lunga esperienza, e giovani di belle speranze. 

Ecco come stanno le cose in Inghilterra, ed è un bene che tutti ce ne rendiamo conto; ma non si pensi assolutamente che io ne sia spaventato. Certo ne sono dispiaciuto, perché penso possa nuocere a molte anime, ma non temo affatto che abbia la capacità di impedire la vittoria della Parola di Dio, della santa Chiesa, del nostro Re Onnipotente, il Leone della tribù di Giuda, il Fedele e il Verace, e del suo Vicario in terra. Troppe volte ormai il cristianesimo si è trovato in quello che sembrava essere un pericolo mortale; perché ora dobbiamo spaventarci di fronte a questa nuova prova. Questo è assolutamente certo; ciò che invece è incerto, e in queste grandi sfide solitamente lo è, e rappresenta solitamente una grande sorpresa per tutti, è il modo in cui di volta in volta la Provvidenza protegge e salva i suoi eletti. A volte il nemico si trasforma in amico, a volte viene spogliato della sua virulenza e aggressività, a volte cade a pezzi da solo, a volte infierisce quanto basta, a nostro vantaggio, poi scompare. Normalmente la Chiesa non deve far altro che continuare a fare ciò che deve fare, nella fiducia e nella pace, stare tranquilla e attendere la salvezza di Dio.» 


J. H. Newman, Una trappola mortale su tutta la terra, in L’Osservatore Romano. Giornale quotidiano politico religioso, Città del Vaticano 9-4-2010.