Risponde Padre Angelo Bellon
2. San Tommaso dice che ogni uomo ha il suo Angelo custode e ne porta la motivazione: “Finché vive in questo mondo, l’uomo si trova come su una strada che deve condurlo alla patria. Lungo la strada, molti pericoli incombono su di lui, sia dall’interno che dall’esterno, come dice il Salmista: “Sulla strada per cui cammino, hanno nascosto dei lacci a mio danno”. Quindi, come si dà una scorta alle persone che devono transitare per strade malsicure, così si dà un angelo custode all’uomo, finché dura il suo stato di viatore. Quando invece sarà giunto al termine della strada, allora l’uomo non avrà più un angelo custode; ma avrà in cielo un angelo conregnante, o nell’inferno un demonio tormentatore” (Somma teologica, 113, 4).
3. Dice anche che l’Angelo gli viene affidato fin dalla sua nascita (Ib., 5). Finché è nel grembo materno “l’angelo che custodisce la madre, custodisce pure il bambino chiuso nel suo seno. Alla nascita invece, quando esso si separa dalla madre, gli viene assegnato un angelo custode particolare, come insegna S. Girolamo” (Ib., ad 3).
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5. San Bernardo dice che nei confronti dell’Angelo custode dobbiamo avere tre atteggiamenti.
Il primo è di riverenza per la sua presenza (Reverentia pro presentia). Questo pensiero deve indurci a non fare davanti a lui quello che non oseremmo fare davanti ad un grande personaggio di questo mondo.
Il secondo è la devozione o affetto per la benevolenza (Devotio pro benevolentia) con cui incessantemente ci aiuta.
Il terzo è la fiducia per la custodia (Fiducia pro custodia) che esercita su di noi. È necessario quindi invocarlo, ascoltare le sue ispirazioni e ringraziarlo per i benefici con cui ci assiste.
6. È ottima cosa anche pregare per l’Angelo custode degli altri.
San Francesco di Sales che ha convertito l’intera regione del Chiablese alla fede cattolica (precedentemente erano diventati tutti calvinisti) per il buon frutto della sua predicazione si raccomandava all’Angelo custode di quella regione. Quando doveva predicare, prima diceva forte un’Ave Maria, e poi sottovoce un Angelo d Dio sia per il Chiablese sia per i singoli individui perché l’ascoltassero e ne traessero frutto.
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