lunedì 1 aprile 2024

I discepoli di Emmaus. Predica del lunedì di Pasqua di fra Girolamo Savonarola

PREDICA XLV SOPRA GIOBBE FATTA IL LUNEDÌ DOPO LA PASQUA (20 aprile 1495)
DA FRA GIROLAMO SAVONAROLA


Duo discipuli ibant in castellum nomine Emmaus (Luc., cap. XXIV).

Ch'el Salvatore nostro, dilettissimi in Cristo Iesù, dopo la sua passione e morte dovesse resuscitare, fu molto conveniente; e appare per più ragioni. E prima perchè così richiede la giustizia di Dio, che lui fusse esaltato, sì come lui dice nell'Evangelio: Qui se humiliat exaltabitur. Cioè, che chi si umiliarà, debba poi essere esaltato. Non è stata persona che più si sia umiliata che Cristo, e, come dice l’apostolo, Exinanivit semetipsum factus oboediens usque ad mortem. Cioè, volse diventare uomo essendo Dio, e, per obbedire al Padre, patire per l’uomo e morire in sulla croce. Propter quod exaltavit illum etc. Per la quale umiliazione fu conveniente che fusse esaltato e resuscitasse gloriosamente. Secondario, fu conveniente ancora la sua resurrezione per stabilire e fermare la fede, sì etiam come dice l’apostolo Paulo ad Corinthios: Si Christus non surrexisset, inanis esset praedicatio nostra, inanis et fides vestra. Idest: Se Cristo non fusse resuscitato, in vano sarebbe la nostra predicazione e la fede. Terzio, fu cosa conveniente la resurrezione di Cristo, capo nostro, per dare speranza a noi, membra sua, di resurgere e regnare con seco in patria, sì come alli suoi discepoli promesse. Item fu conveniente ancora per dare nuova forma di vita a’ suoi cristiani, sì come dette molti documenti alli suoi apostoli e, consequentemente, agli altri seguaci, dopo la sua resurrezione, ammaestrandoli. E per queste e per più altre ragioni si conclude che non solo fu conveniente la resurrezione di Cristo, ma ancora necessaria. 

Ma dato che Lui fusse resuscitato, se non avesse poi manifestata questa resurrezione, nulla arebbe giovato alli suoi cristiani se non l'avesse fatta manifesta, perchè, essendo cosa insolita, non saria stata creduta; e però lui la volse manifestare e provarla a’ suoi discepoli, in più modi e per più argumenti. E perchè Dio governa tutto l’universo, e le cose inferiori per le superiori, e li corpi per li spiriti, la quale legge di Dio è così stabilita ab aeterno, però lui volse apparire agli apostoli e a quelli che avevano a essere capi e superiori agli altri. E non fu conveniente apparire e manifestarsi a tutto il mondo, nè a tutto il popolo, ma si manifestò, come dice l'apostolo Pietro, testibus praeordinatis, cioè a quelli che da Dio era ordinato che ne facessino vera testimonianza poi alli altri, e così la cosa andasse secondo l'ordine di Dio, e che quelli, come superiori, manifestassino la resurrezione e le cose di Cristo alli inferiori e alla Chiesa sua futura. Di questa resurrezione si leggano gli Evangelii; e il primo dì di Pasqua demostra la resurrezione di Cristo a più persone, nel secondo la manifestazione alli due discepoli. Benchè nel primo giorno furono fatte più manifestazioni, ma tutte non si possono leggere in un dì. Ora, sopra questo Evangelio, parleremo stamane con questi discepoli. 

Jacopo Pontormo "Cena di Emmaus"
1525 - Galleria degli Uffizi


Questi due discepoli, in parte amavano e in parte dubitavano: stavano perplessi, avendo veduto di Cristo fare tanto strazio, che pareva che più non potessino credere quel che prima avevano creduto. È pur gran cosa questa, che, avendo loro prima veduto la perfetta vita di Cristo e tanti miracoli da lui fatti e udito la sua santa dottrina, ch’era sparsa per tutto, che poi, per la contradizione e persecuzione de’ Farisei perdessino così la fede delle cose di Cristo. Ma lasciamo andare che li Farisei perseguitassino Cristo per la loro invidia e odio; ma tutto il popolo che prima seguitava Cristo e udivano la sua dottrina e difendevanlo, gran cosa è che tutti se gli voltassino contra a stanza de’ Farisei, e gridassino — Crucifige, crucifige eum, — e volessino più presto liberare Barabbam ladro, che Cristo innocente. E però dice la Scrittura: — Considerabam ad dexteram et non erat qui me cognosceret. — Cioè: — Io consideravo dalla destra, cioè dalle prosperità, e in un tratto mancando quelle, non era chi mi conoscessi. — Quel popolo, che vedevano e’ miracoli grandi di Cristo e la gloria sua per quelli, lo seguitavano e defendevano, e come lo viddono mancare in quella gloria, così loro mancorono.

E così questi due discepoli andavano vacillando. L'uomo s’inganna spesso per e’ sensi e per l’immaginativa e fantasia nelle cose di questo mondo e nelle cose naturali, e paionli quelle che non sono in verità. Pare, all'occhio nostro, il corpo del sole piccola cosa, e tamen è maggiore che tutta la terra. Così ancora nelle cose sopranaturali l'uomo s'inganna, quando le vuole discorrere e mescolare col lume naturale. Non si possano intendere le cose della fede col discorso della ragione. Però molti eretici hanno errato, volendo col lume naturale mescolarle e cognoscerle. La fede vuole esser pura e semplice, chè da Dio semplice e puro procede; e quanto più con semplicità ti aderisci a Dio, tanto ti sono più facili le cose di Dio e della fede. Non è capace l'intelletto umano, per suo lume naturale, comprendere le cose divine, anzi quelle apprese dall’intelletto nostro avviliscano, e il contrario fanno le cose naturali intese dall’intelletto dell’uomo, chè in quelle sono più degne che in se stesse. La fede, ch'è cosa spirituale, benchè tu non manchi negli articoli di quella, tamen, come tu la mescoli col lume naturale e con quello la vuoi misurare, tu l’avvilisci e non la puoi intendere. Le epistole di Paulo, che in molti luoghi sono assai difficili, quelli della primitiva Chiesa, ch’erano pieni di lume e di pura fede, l’intendevano meglio che molti di poi non l'hanno intese, per voler col lume naturale solo comprendere il senso loro; e sono caduti in molti errori. E così molti, che non hanno una gran fede, caggiono in molti errori circa l’intelligenzia delle Sacre Scritture, le quali, benchè in molti luoghi paino contrarie, tamen non sono contrarie. 

Pertanto, questi due discepoli, benchè avessino prima veduto molti miracoli di Cristo e di lui cose maravigliose, tamen, perchè ora la fede loro era mancata, perchè la mescolavano col senso e con le ragioni naturali, però vacillavano e andavano dubitando e disputavano, e non pareva loro che quelle cose vituperose e ignominiose, fatte nella persona di Cristo, potessino stare insieme co’ miracoli e con la santa vita e con la dottrina, che prima di lui avevano veduto e udito. Pertanto io mi stimo che così interverrà di voi, quando ci vedremo venire le tribulazioni grandi: anderete dubitando e vacillando come facevano stamane qui questi due discepoli che si fuggivano, mescolando troppo le cose della fede con le ragioni naturali e col senso. Ora vediamo un poco quel che loro dicevano e di che disputavano.

Uno di questi discepoli era Cleophas, che qui lo nomina l'Evangelista; l’altro non è nominato. Crede Alberto Magno che fusse Luca, ma non si volse nominare perchè chi scrive l’istoria d'altri non nomina sè. Loquebantur ad invicem. Parlavano insieme di quella persecuzione ch'era stata fatta contra Cristo. Non v'ho io detto che noi abbiamo avere grandissima persecuzione da’ tiepidi? Così farete voi, come questi due discepoli: andrete dubitando e vacillando. Dicevano, questi discepoli, o l'uno di loro: — Chi fu mai che facesse quel che ha fatto Cristo? Non sai tu che dottrina era la sua, e di quanta efficacia? — Rispondeva quell'altro: — Se Cristo avesse ancora a venire, non credo che possa fare maggior cose di queste. — Quell'altro rispondeva, e diceva: — Tu di’ il vero; ma come può stare questo insieme, che lui abbia fatto tante cose, come noi abbiamo veduto, e tanti miracoli che non appartengono se non a chi ha Dio con seco, e poi che lui si sia lascia far tanti strazii e tanti obbrobrii di sè insino alla morte? Questo non mi pare credibile, che, se e’ fusse stato figliuolo di Dio, che Dio l’avesse potuto patire. — E così questi discepoli misuravano Dio con la misura degli uomini, e mescolavano le cose divine e della fede col lume umano e con la ragione naturale, e però vacillavano e non potevano intendere. 

Quell'altro diceva: — E' Giudei e Farisei l'hanno voluto pigliare dell’altre volte, e lui, quando con nascondersi, che non lo vedevano, quando con un modo e quando con un altro, sempre gli è uscito loro delle mani. Non poteva egli far così ancora a questa volta? E' par che più presto egli abbi commesso peccato, potendo fuggire questo male e non volendo. — L'altro dice: — Tu di' il vero. E' risuscitò pur Lazaro, e era più facil cosa questa a scamparsi e più conveniente, che a lasciarsi ammazzare con tanti vituperii. — Diceva quell'altro: — Non sai tu che lo disse più volte che lui doveva patire flagelli e morte? Tu te ne debbi pur ricordare. — Rispondeva costui e diceva: — Egli è vero che ce lo disse; ma e’ par, questo, detto contra la Scrittura. Non sai tu che egli è scritto nel salmo Dominus regnavit, cioè che Cristo aveva a regnare? — Rispondeva quell'altro: — La Scrittura è vera e non si può negare, ma non ti ricordi tu che lui disse ancora che risusciterebbe? e forse se e’ resuscità regnerà di poi. — Quell'altro rispondeva, e diceva: — Sì, che disse che susciterebbe fra tre dì; e ecco che è oggi il terzo dì, e non lo vediamo. — Rispose quell'altro e disse: — Forse che egli è resuscitato, benchè noi ancora non l'abbiamo veduto. E' sono pure state quelle donne stamane al sepolcro suo, e dicano avervi veduti gli angeli che dicevano ch'egli è resuscitato. — Rispondeva quell'altro: — Tu vuoi credere a donne? Tu sai pur come son fatte le donne: gli pare bene spesso vedere quello che non è. Bisogna che lo vegghino questo gli uomini, non donne, e appena che si creda. — 

E così, come vedete, andavano disputando e dubitando di questa resurrezione, e non gli pareva di credere a queste donne, nè che fusse conveniente che Cristo, resuscitando, apparissi prima alle donne, che agli uomini. Però notate che possiamo dire che fusse molto conveniente questa apparizione prima alle donne, sì per mostrare che Dio non fa differenzia in tra ’l maschio e la femmina, anzi accetta parimente ogni persona che fa bene. Secondario ancora, perchè sì come la femmina fu prima causa del peccato dell’uomo, così la fusse la prima che annunziasse la resurrezione. Stavano dunque questi discepoli così in tra sè dubbi, e, oppressi dal timore de’ Farisei che avevano morto Cristo, si fuggivano di Ierusalem, e non sapevano che farsi. Così farete ancora voi quando vedrete le tribulazioni e sì come il Signore disse a’ suoi discepoli innanzi la sua passione: Vos scandalum patiemini propter me, così posso conietturare io per queste cose passate che così farete voi nelle future, chè sarete scandalizzati.

Questi dua discepoli che vanno così disputando e dubitando fuggivano di Ierusalem perchè vedevano le persecuzioni de’ Farisei, e andavano in Emmaus, quasi come se cercassino qualche delettazione corporale, per fuggire la persecuzione; ma dovevano più presto cercare qualche delettazione spirituale, della quale arebbono avuto più refrigerio che delle corporali. Le delettazioni spirituali sono di sua natura più intense e maggiori assai che non sono le corporali. Queste dell’intelletto, quando le sono miste col senso e colle cose corporali, sono assai minori, e diventano minori perchè sono assai mescolate col senso. Ma quando le sono astratte da queste cose materiali e ridotte solo alle spirituali, sono grandissime, perchè la cognizione s'unisce con l'operazione. Tu consideri e conosci la cosa spirituale, e amila con l'operazione insieme, e sentesi grandissimo diletto; e quanto è più cosa grande, quella che tu consideri conosci e contempli, tanto è maggiore quella delettazione. E in Dio, dove sono tutte cose altissime e perfettissime, è somma delettazione; e così negli angeli e nelli beati, che sempre hanno l'intelletto loro unito con Dio e con la prima verità. Però il contemplare la verità è gran diletto, e massime in coloro che sono in grazia di Dio. Datevi dunque alle cose divine e a contemplare quelle, e mortificare il senso, e levatelo dalle cose terrene; e vedrete ch'allora tutte le cose del mondo vi dispiaceranno. Dilettati tu, che sei sacerdote, di contemplare il sacramento dell'altare, quando tu l'hai in mano; e questa delettazione viene da una fede viva e vera, c'ha quella persona che così contempla, e sentivi dentro grandissimo diletto, perchè vede quivi Dio presente agli occhi suoi. E perchè la somma delettazione è nella propria e somma operazione, e la propria e vera operazione è la contemplazione di Dio, perchè quivi l'uomo vede la sua felicità e la sua beatitudine, però in quello è somma dilettazione. Vede quivi il sacerdote la divinità unita con l'umana natura, vede il corpo di Cristo esser cibo dell'anima sua, e la speranza sua di vita eterna; e stando in questa ammirazione e contemplazione, ha grandissimo diletto. E spesse volte ancora interviene che non solo all'intelletto, ma ancora al senso redunda questa dilettazione, perchè molte volte all'occhio del sacerdote apparisce il Signore in diverse figure, e quando come crocifisso e quando con immensa luce; e tutte queste cose danno grandissima consolazione e diletto. Ma questo accade agli uomini purgati da ogni macula e dalle cose sensuali e temporali, ma non interviene così agli altrì; e però quelli della primitiva Chiesa, ch’erano uomini purgatissimi, avevano grandissimo gusto e grandissima dilettazione in questo sacramento; e questo gusto, quando l'uomo lo sente, redunda ancora in tutto il corpo. 

Ma quelli che non sono purgati, e che non hanno questo gusto e questo diletto nell'intelletto e affetto loro, sono simili a questi due discepoli che qui stamane andavano vacillando, come voi avete inteso, chè ne andavano in Emmaus e l'uno disputava contra dell'altro. L'uno è l'intelletto e l’altro è l'affetto di quelli che non hanno mai sentito questo gusto. E l'uno dice: — Credi tu che sia vero questo che dicono costoro, che sentano assai cose nel sacramento? — Risponde quell'altro e dice: — Io, per me, non ho mai sentito cosa alcuna, eppure ho frequentato questo sacramento molti anni. — Risponde quell'altro e dice: — Forse che tu non ti sei ben preparato. — E lui dice: — Io fo pure secondo che comanda la Chiesa, non solo d’una volta l’anno, ma etiam più volte, e tamen nulla ho mai sentito. — Quell'altro dice come disse qui stamane l'uno di questi discepoli: che le donne ch'erano andate al monumento dicevano aver veduto gli angeli, ma che elle sono donne e puossi poco credere loro. Così costui dice: — E' sono certi semplici che dicono sentire gusto e vedere cose in questo Sacramento. — E così vanno vacillando e dubitando, perchè non sono bene purgati. Così veggo che farete ancora voi: anderete vacillando, come sentirete venire le tribulazioni. Bisogna stare, dico, umile, chi vuol sentire e gustare e conoscere le cose di Dio, altrimenti si va sempre vacillando. Orsù, sopraggiunse e apparve Cristo tra questi due discepoli. Ma facciamo punto qui; e perchè ieri lasciammo a dichiarare l’Evangelio corrente, ve ne dirò qualche cosa di quello stamane, brevemente.

Cum transisset sabbatum etc. Narra san Marco in questo Evangelio che, passato il sabato, la mattina poi seguente, Maria Maddalena e Maria Iacobi e Salome vennero di buona ora al sepolcro di Iesù con quelli unguenti aromatici per ungere il corpo del Salvatore. Queste tre Marie significano e’ perfetti e proficienti e gli insipienti che vanno cercando di Iesù, come altra volta io v’ho detto sopra questo Evangelio, portandoli cose aromatice e odorifere, idest le virtù con le quali piacciano a lesù. Giungono al sepolcro, orto iam sole, cioè che già era levato il sole. Se tu cerchi Iesù, nascendo in te il sole della giustizia, e sarai illuminato e arai grande desiderio e amore di cercare il tuo bramato e desiderato Iesù e questo santo sacramento, e di sentire qualche gusto in Cristo, come qui disopra io t'ho detto. E se tu mi domandi — Ho io da cercare d'avere e sentire questo gusto, e sono queste cose da essere molto desiderate e bramate da noi? —, ti rispondo: se tu desideri e cerchi questo per meglio operare e sei in carità, questo non è peccato. La natura ha posto la dilettazione nelle operazioni, e però, se tu desideri e brami questa delettazione per meglio esercitarti nel ben fare e per meglio operare, seguita pure, chè questo non è male alcuno; ma fa’ che tu operi, perchè l’opera è quella che ti farà perfetto. Et delectatio perficit opus, et finis delectationis est operatio. Cioè il fine della delettazione è l'operare; e se tu arai qualche gusto nelle tue operazioni, il Signore sempre alli suoi diletti dà qualche premio, etiam nella presente vita, acciocchè e’ siano più forti, e che diventino più robusti e più gagliardi nelle azioni e operazioni loro. Fa' ancora che tu sia sempre retto di cuore: va’ retto, e non sarai ingannato. 

 


 

Ecco qui le tre Marie che andavano rette, cercando il loro Signore, e vedi che alfine furono consolate, e camminando verso il sepolcro dicevano infra se stesse: — Et quis revolvet nobis lapidem? Chi sarà quivi che lievi la lapide dall’uscio del monumento? Noi siamo pur donne di poca forza, e la lapide è molto grande; chi sarà che ci aiuti a levarla? — E così parlando giungono al sepolcro, et respicientes viderunt revolutum lapidem. Cioè veddono che la lapide era levata, chè l'aveva levata l'angelo. Questo significa ancora che tu che vai col ben fare cercando Cristo e non lo conosci, che lui è in te, e fatti cercare; e però ti lieva questa lapide dell’ignoranzia, e fatti vedere l'angelo, cioè la illuminazione, per qualche modo, chè tu sei illuminato e conosci la verità che prima non conoscevi. E come qui le Marie veddono iuvenem sedentem in dextris, cioè come loro viddono l'angelo sedente da man destra del sepolcro, così tu conoscerai che Cristo, nostro Salvatore, è salito in cielo e siede alla destra del Padre, cioè in quelli beati beni e perfetti della gloria di Dio. 

E quando tu intenderai questo, e tu ti spaventassi come qui feciono le Marie alla visione dell'angelo, cioè se tu temesse di non poter salire a quella gloria dove è asceso il Salvatore, sentirai l’angelo che disse alle Marie: — Nolite expavescere. — Cioè: — Non abbiate paura. — Idest la inspirazione e il lume di Dio ti dirà e faratti conoscere che, benchè tu non l’abbi meritato per tuoi meriti, che Cristo l'ha meritato per te. E diratti questo angelo e questo lume di Dio: — Iesum quaeritis Nazarenum? Surrexit, non est hic. — Come disse qui alle Marie: — Io so che voi cercate Cristo. Egli è resuscitato, e non è qui — Cioè: Cercate Cristo in cielo, non lo cercate nelle cose della presente vita, non nelle cose di questo mondo, cercatelo nelle cose celesti e divine e spirituali; lasciate l'affetto dalle cose temporali: lui è in cielo, e sì vi aspetta. 

O Cristiani, che state voi a far qua? Cercate d'andare dove è andato il vostro capo, chè quivi è la vostra felicità. — Venite et videte locum, — disse poi l'angelo alle Marie. Cioè: — Venite e vedete qua nel sepolcro che Cristo non ci è, perchè egli è resuscitato. Sed ite. Ma andate, cioè camminate di virtù in virtù nella presente vita, se volete poi trovare Cristo nell'altra. Et dicite discipulis eius et Petro. E dite alli suoi discepoli, cioè a tutti quelli che vogliono esser suoi discepoli, dite a tutti e' suoi cristiani che camminino per le virtù, e dite in particolari a Pietro, cioè a quelli che sono capi e c'hanno a guidare gli altri, che diano buono esempio della vita loro, e massime alli predicatori, che guidano e’ popoli, che faccino l'officio loro, e con la buona vita e dottrina instruischino gli altri. Et quod Christus praecedet vos in Galilaeam. E dite che Cristo voi lo vedrete in Galilea, la quale vuol dire “ transmigratio ”, cioè nell'altra vita, dove lui è trasmigrato, e dove voi avete ancora a trasmigrare e andare, se voi farete bene e viverete semplicemente e puramente come ha fatto lui e com'egli v'ha insegnato, e starete con lui in quella gloria sempiterna nella quale lui vive e regna, benedetto e glorioso in saecula saeculorum. Amen.