Munificentissimus Deus - Bolla dogmatica per la definizione
dell'Assunzione in corpo ed anima di Maria SS.ma in cielo (1° novembre
1950)
PIO XII
SERVO DEI SERVI DI DIO
A PERENNE MEMORIA
COSTITUZIONE APOSTOLICA
MUNIFICENTISSIMUS DEUS(1)
LA GLORIFICAZIONE DI MARIA
CON L'ASSUNZIONE AL CIELO
IN ANIMA E CORPO
L`incoronazione della Vergine (1645 - Diego Velazquez) |
Il munificentissimo Dio, che tutto può e le cui disposizioni di provvidenza sono fatte di sapienza e d'amore, nei suoi imperscrutabili disegni contempera nella vita dei popoli e in quella dei singoli uomini dolori e gioie, affinché per vie diverse e in diverse maniere tutto cooperi in bene per coloro che lo amano (cf. Rm 8, 28).
Il Nostro pontificato, come anche l'età presente, è assillato da tante cure, preoccupazioni e angosce, per le presenti gravissime calamità e l'aberrazione di molti dalla verità e dalla virtù; ma Ci è di grande conforto vedere che, mentre la fede cattolica si manifesta pubblicamente più attiva, si accende ogni giorno più la devozione verso la vergine Madre di Dio, e quasi dovunque è stimolo e auspicio di una vita migliore e più santa. Per cui, mentre la santissima Vergine compie amorosissimamente l'ufficio di madre verso i redenti dal sangue di Cristo, la mente e il cuore dei figli sono stimolati con maggiore impegno a una più amorosa contemplazione dei suoi privilegi.
Dio, infatti, che da tutta l'eternità guarda Maria vergine, con particolare pienissima compiacenza, «quando venne la pienezza del tempo (Nota 1)» (Gal 4, 4), attuò il disegno della sua provvidenza in tal modo che risplendessero in perfetta armonia i privilegi e le prerogative che con somma liberalità ha riversato su di lei. Che se questa somma liberalità e piena armonia di grazie dalla chiesa furono sempre riconosciute e sempre meglio penetrate nel corso dei secoli, nel nostro tempo è stato posto senza dubbio in maggior luce il privilegio della corporea assunzione al cielo della vergine Madre di Dio Maria.
Ma da questa legge generale Dio volle esente la beata vergine Maria. Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo.
Pio IX proclama il dogma dell'immacolata concezione nel 1854 |
Per questo, quando fu solennemente definito che la vergine Madre di Dio Maria fu immune della macchia ereditaria fin dalla sua concezione,
i fedeli furono pervasi da una più viva speranza che quanto prima
sarebbe stato definito dal supremo magistero della chiesa anche il dogma
della corporea assunzione al cielo di Maria vergine.
Infatti
si videro non solo singoli fedeli, ma anche rappresentanti di nazioni o
di province ecclesiastiche e anzi non pochi padri del concilio Vaticano
chiedere con vive istanze all'apostolica sede questa definizione. (Nota 2)
In
seguito queste petizioni e voti non solo non diminuirono, ma
aumentarono di giorno in giorno per numero ed insistenza. Infatti per
questo scopo furono promosse crociate di preghiere; molti ed
esimi teologi intensificarono i loro studi su questo soggetto, sia in
privato, sia nei pubblici atenei ecclesiastici e nelle altre scuole
destinate all'insegnamento delle sacre discipline; in molte parti
dell'orbe cattolico furono tenuti congressi mariani sia nazionali sia
internazionali.
Tutti questi studi e ricerche posero in maggiore
luce che nel deposito della fede affidato alla chiesa era contenuto
anche il dogma dell'assunzione di Maria vergine al cielo; e generalmente
ne seguirono petizioni con cui si chiedeva insistentemente a questa
sede apostolica che questa verità fosse solennemente definita.
In questa pia gara i fedeli furono mirabilmente uniti coi loro pastori, i quali in numero veramente imponente rivolsero simili petizioni a questa Cattedra di S. Pietro. Perciò quando fummo elevati al trono del sommo pontificato erano state già presentate a questa sede apostolica molte migliaia di tali suppliche da ogni parte della terra e da ogni classe di persone: dai nostri diletti figli cardinali del sacro collegio, dai venerabili fratelli arcivescovi e vescovi, dalle diocesi e dalle parrocchie.
Per la qual cosa, mentre elevavamo a Dio ardenti preghiere perché infondesse nella Nostra mente la luce dello Spirito Santo per decidere di una causa così importante, impartimmo speciali ordini perché si fondessero insieme le forze e venissero iniziati studi più rigorosi su questo soggetto, e intanto si raccogliessero e si ponderassero accuratamente tutte le petizioni che dal tempo del Nostro predecessore Pio IX, di felice memoria, fino ai nostri tempi erano state inviate a questa sede apostolica circa l'assunzione della beatissima vergine Maria al cielo.(2)
Ma
poiché si trattava di cosa di tanta importanza e gravità, ritenemmo
opportuno chiedere direttamente e in forma ufficiale a tutti i
venerabili fratelli nell'episcopato che Ci esprimessero apertamente il
loro pensiero. Perciò il 1° maggio 1946 indirizzammo loro la lettera
[enciclica Deiparae Virginis Mariae, in cui chiedevamo:
«Se voi, venerabili fratelli, nella vostra esimia sapienza e prudenza
ritenete che l'assunzione corporea della beatissima Vergine si possa
proporre e definire come dogma di fede, e se col vostro clero e il
vostro popolo lo desiderate».
Maria Mediatrice universale di tutte le grazie |
Poiché, come insegna lo stesso concilio Vaticano, «debbono
essere credute per fede divina e cattolica tutte quelle cose che sono
contenute nella parola di Dio scritta o trasmessa oralmente o col suo
ordinario e universale magistero, propone a credere come rivelate da Dio».(6)
Di
questa fede comune della chiesa si ebbero fin dall'antichità lungo il
corso dei secoli varie testimonianze, indizi e vestigia; anzi tale fede
si andò manifestando sempre più chiaramente.
L'omaggio dei fedeli
La liturgia delle chiese d'oriente e d'occidente
Nei libri liturgici, che riportano la festa sia della Dormizione sia dell'Assunzione di santa Maria, si hanno espressioni in qualche modo concordanti nel dire che quando la vergine Madre di Dio salì al cielo da questo esilio, al
suo sacro corpo, per disposizione della divina Provvidenza, accaddero
cose consentanee alla sua dignità di Madre del Verbo incarnato e agli
altri privilegi a lei elargiti. Ciò è asserito, per portarne un esempio insigne, in quel Sacramentario (Nota 4)
che il Nostro predecessore Adriano I, d'immortale memoria, mandò
all'imperatore Carlo Magno. In esso infatti si legge: «Degna di
venerazione è per noi, o Signore, la festività di questo giorno, in cui
la santa Madre di Dio subì la morte temporale, ma non poté essere umiliata dai vincoli della morte colei che generò il tuo Figlio, nostro Signore, incarnato da lei».(8)
La festa dell'Assunta
Preghiera di Pio XII alla Vergine Maria |
Ma poiché la liturgia della chiesa non crea la fede cattolica, ma la suppone, e da questa derivano, come frutti dall'albero, le pratiche del culto, i santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi rivolti al popolo in occasione di questa festa non vi attinsero come da prima sorgente la dottrina; ma parlarono di questa come di cosa nota e ammessa dai fedeli; la chiarirono meglio; ne precisarono e approfondirono il senso e l'oggetto, dichiarando specialmente ciò che spesso i libri liturgici avevano soltanto fugacemente accennato: cioè che oggetto della festa non era soltanto l'incorruzione del corpo esanime della beata vergine Maria, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste «glorificazione», a somiglianza del suo unigenito Gesù Cristo.
Così s. Giovanni Damasceno,
che si distingue tra tutti come teste esimio di questa tradizione,
considerando l'assunzione corporea dell'alma Madre di Dio nella luce
degli altri suoi privilegi, esclama con vigorosa eloquenza: «Era
necessario che colei, che nel parto aveva conservato illesa la sua
verginità, conservasse anche senza alcuna corruzione il suo corpo dopo
la morte. Era necessario che colei, che aveva portato nel suo seno
il Creatore fatto bambino, abitasse nei tabernacoli divini. Era
necessario che la sposa del Padre abitasse nei talami celesti. Era
necessario che colei che aveva visto il suo Figlio sulla croce,
ricevendo nel cuore quella spada di dolore dalla quale era stata immune
nel darlo alla luce, lo contemplasse sedente alla destra del Padre. Era
necessario che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio e
da tutte le creature fosse onorata come Madre e Ancella di Dio».(13)
Queste
espressioni di s. Giovanni Damasceno corrispondono fedelmente a quelle
di altri, affermanti la stessa dottrina. Infatti parole non meno chiare e
precise si trovano nei discorsi che in occasione della festa tennero
altri Padri anteriori o coevi. Così, per citare altri esempi, s. Germano di Costantinopoli
trovava consentanea l'incorruzione e l'assunzione al cielo del corpo
della Vergine Madre di Dio, non solo alla sua divina maternità, ma anche
alla speciale santità del suo stesso corpo verginale: «Tu, come fu
scritto, apparisci "in bellezza", e il tuo corpo verginale è tutto
santo, tutto casto, tutto domicilio di Dio; cosicché anche per questo sia poi immune
dalla risoluzione in polvere; trasformato bensì, in quanto umano,
nell'eccelsa vita della incorruttibilità; ma lo stesso vivo,
gloriosissimo, incolume e dotato della pienezza della vita».(14)
E un altro antico scrittore dice: «Come gloriosissima Madre di Cristo,
nostro Salvatore e Dio, donatore della vita e dell'immortalità, è da lui
vivificata, rivestita di corpo in un'eterna incorruttibilità con lui,
che la risuscitò dal sepolcro e la assunse a sé, in modo conosciuto da lui solo».(15)
Con l'estendersi e l'affermarsi della festa liturgica, i pastori della chiesa e i sacri oratori, in numero sempre maggiore, si fecero un dovere di precisare apertamente e con chiarezza il mistero che è oggetto della festa e la sua strettissima connessione con le altre verità rivelate.
Tra
i teologi scolastici non mancarono di quelli che, volendo penetrare più
addentro nelle verità rivelate e mostrare l'accordo tra la ragione
teologica e la fede cattolica, fecero rilevare che questo privilegio dell'assunzione di Maria vergine concorda mirabilmente con le verità che ci sono insegnate dalla sacra Scrittura (Nota 5).
Partendo
da questo presupposto, presentarono per illustrare questo privilegio
mariano diverse ragioni, contenute quasi in germe in questo: che Gesù ha
voluto l'assunzione di Maria al cielo per la sua pietà filiale verso di
lei. Ritenevano quindi che la forza di tali argomenti riposa sulla
dignità incomparabile della maternità divina e su tutte quelle doti che
ne conseguono: la sua insigne santità, superiore a quella di tutti gli uomini e di tutti gli angeli; l'intima unione di Maria col suo Figlio; e quell'amore sommo che il Figlio portava alla sua degnissima Madre.
Generosa Socia del divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze |
Perciò sul principio della teologia scolastica il pio Amedeo, vescovo di Losanna, afferma che la carne di Maria vergine rimase incorrotta; - non si può credere infatti che il suo corpo vide la corruzione, - perché realmente fu riunito alla sua anima e insieme con essa fu circonfuso di altissima gloria nella corte celeste. «Era infatti piena di grazia e benedetta fra le donne (Lc 1, 28). Lei sola meritò di concepire Dio vero da Dio vero, che partorì vergine, vergine allattò, stringendolo al seno, ed al quale prestò in tutto i suoi santi servigi e omaggi».(17)
Tra i sacri scrittori poi che in questo tempo, servendosi di testi scritturistici o di similitudini ed analogie, illustrarono e confermarono la pia sentenza dell'assunzione, occupa un posto speciale il dottore evangelico, s. Antonio da Padova. Nella festa dell'Assunzione, commentando le parole d'Isaia: «Glorificherò il luogo dove posano i miei piedi» (Is 60, 13), affermò con sicurezza che il divino Redentore ha glorificato in modo eccelso la sua Madre dilettissima, dalla quale aveva preso umana carne. «Con ciò si ha chiaramente - dice - che la beata Vergine è stata assunta col corpo, in cui fu il luogo dei piedi del Signore». Perciò scrive il Salmista: «Vieni, o Signore, nel tuo riposo, tu e l'Arca della tua santificazione». Come Gesù Cristo, dice il santo, risorse dalla sconfitta morte e salì alla destra del Padre suo, così «risorse anche dall'Arca della sua santificazione, poiché in questo giorno la Vergine Madre fu assunta al talamo celeste».(18)
Quando nel medio evo la teologia scolastica raggiunse il suo massimo splendore, s. Alberto Magno, dopo aver raccolti, per provare questa verità, vari argomenti, fondati sulla s. Scrittura, la tradizione, la liturgia e la ragione teologica, conclude: «Da
queste ragioni e autorità e da molte altre è chiaro che la beatissima
Madre di Dio è stata assunta in corpo ed anima al disopra dei cori degli
angeli. E ciò crediamo assolutamente vero».(19)
E in un discorso tenuto il giorno dell'Annunciazione di Maria,
spiegando queste parole del saluto dell'angelo: «Ave, o piena di grazia
...», il dottore universale paragona la santissima Vergine con Eva e
dice espressamente che fu immune dalla quadruplice maledizione alla quale Eva fu soggetta.(20)
Il dottore angelico, seguendo le vestigia del suo insigne Maestro, benché non abbia mai trattato espressamente la questione, tuttavia ogni volta che occasionalmente ne parla, ritiene costantemente con la chiesa cattolica che insieme all'anima è stato assunto al cielo anche il corpo di Maria.(21)
Dello stesso parere è, fra molti altri, il dottore serafico, il quale ritiene assolutamente certo che, come Dio preservò Maria santissima dalla violazione del pudore e dell'integrità verginale nella concezione e nel parto, così non ha permesso che il suo corpo si disfacesse in putredine e cenere.(22) Interpretando poi e applicando in senso accomodatizio alla beata Vergine queste parole della s. Scrittura: «Chi è costei che sale dal deserto, ricolma di delizie, appoggiata al suo diletto?» (Ct 8, 5), così ragiona: «E di qui può constare che è ivi (nella città celeste) corporalmente. ... Poiché infatti ... la beatitudine non sarebbe piena, se non vi fosse personalmente; e poiché la persona non è l'anima, ma il composto, è chiaro che vi è secondo il composto, cioè il corpo e l'anima, altrimenti non avrebbe una piena fruizione».(23)
Il futuro Pio XII, quando era Nunzio in Germania |
Nella tarda scolastica, ossia nel secolo XV, s. Bernardino da Siena,
riassumendo e di nuovo trattando con diligenza tutto ciò che i teologi
del medioevo avevano detto e discusso a tal proposito, non si restrinse a
riportare le principali considerazioni già proposte dai dottori
precedenti, ma ne aggiunse delle altre.
La somiglianza cioè della divina Madre col Figlio divino, quanto alla nobiltà e dignità dell'anima e del corpo - per cui non si può pensare che la celeste Regina sia separata dal Re dei cieli - esige apertamente che «Maria non debba essere se non dov'è Cristo»;(24) inoltre è ragionevole e conveniente che si trovino già glorificati in cielo l'anima e il corpo, come dell'uomo, così anche della donna; infine il fatto che la chiesa non ha mai cercato e proposto alla venerazione dei fedeli le reliquie corporee della beata Vergine, fornisce un argomento che si può dire «quasi una riprova sensibile».(25)
In
tempi più recenti i pareri surriferiti dei santi Padri e dei Dottori
furono di uso comune. Aderendo al consenso dei cristiani, trasmesso dai
secoli passati, s. Roberto Bellarmino esclama: «E chi, prego, potrebbe credere che l'arca della santità, il domicilio del Verbo il tempio dello Spirito Santo sia caduto? Aborrisce
il mio animo dal solo pensare che quella carne verginale che generò
Dio, lo partorì, l'alimentò, lo portò, o sia stata ridotta in cenere o
sia stata data in pasto ai vermi».(26)
Parimenti s. Francesco di Sales, dopo
avere asserito che non é lecito dubitare che Gesù Cristo abbia seguito
nel modo più perfetto il divino mandato, col quale ai figli s'impone di
onorare i propri genitori, si pone questa domanda: «Chi
è quel figlio che, se potesse, non richiamerebbe alla vita la propria
madre e non la porterebbe dopo morte con sé in paradiso?».(27)
E s. Alfonso scrive: «Gesù preservò il corpo di Maria dalla corruzione, perché ridondava in suo disonore che fosse guasta dalla putredine quella carne verginale, di cui egli si era già vestito».(28)
Tutte queste ragioni e considerazioni dei santi padri e dei teologi hanno come ultimo
fondamento la s. Scrittura, la quale ci presenta l'alma Madre di Dio
unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua
sorte. Per cui sembra quasi impossibile figurarsi che, dopo
questa vita, possa essere separata da Cristo - non diciamo, con l'anima,
ma neppure col corpo - colei che lo concepì, lo diede alla luce, lo
nutrì col suo latte, lo portò fra le braccia e lo strinse al petto.
Dal momento che il nostro Redentore è Figlio di Maria, non poteva, come osservatore perfettissimo della divina legge, non onorare oltre l'eterno Padre anche la Madre diletta. Potendo quindi dare alla Madre tanto onore, preservandola immune dalla corruzione del sepolcro, si deve credere che lo abbia realmente fatto.
Maria è la nuova Eva
La devozione popolare per Maria SS.ma |
In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità «con uno stesso decreto»(31) di predestinazione, immacolata nella sua concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa Socia del divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro, e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli (cf. 1 Tm 1, 17).
Le ragioni del nuovo dogma
Noi,
che abbiamo posto il Nostro pontificato sotto lo speciale patrocinio
della santissima Vergine, alla quale Ci siamo rivolti in tante
tristissime contingenze, Noi, che con pubblico rito abbiamo consacrato
tutto il genere umano al suo Cuore immacolato, e abbiamo ripetutamente
sperimentato la sua validissima protezione, abbiamo ferma fiducia che
questa solenne proclamazione e definizione dell'assunzione sarà di
grande vantaggio all'umanità intera, perché renderà gloria alla
santissima Trinità, alla quale la Vergine Madre di Dio è legata da
vincoli singolari. Vi è da sperare infatti che tutti i cristiani siano
stimolati da una maggiore devozione verso la Madre celeste, e che
il cuore di tutti coloro che si gloriano del nome cristiano sia mosso a
desiderare l'unione col corpo mistico di Gesù Cristo e l'aumento del
proprio amore verso colei che ha viscere materne verso tutti i membri di
quel Corpo augusto. Vi è da sperare inoltre che tutti coloro che
mediteranno i gloriosi esempi di Maria abbiano a persuadersi sempre
meglio del valore della vita umana, se è dedita totalmente all'esercizio
della volontà del Padre celeste e al bene degli altri; che, mentre il
materialismo e la corruzione dei costumi da esso derivata minacciano di
sommergere ogni virtù e di fare scempio di vite umane, suscitando
guerre, sia posto dinanzi agli occhi di tutti in modo luminosissimo a
quale eccelso fine le anime e i corpi siano destinati; che infine la
fede nella corporea assunzione di Maria al cielo renda più ferma e più
operosa la fede nella nostra risurrezione.
La coincidenza provvidenziale poi di questo solenne evento con l'Anno santo che si sta svolgendo, Ci è particolarmente gradita; ciò infatti Ci permette di ornare la fronte della vergine Madre di Dio di questa fulgida gemma, mentre si celebra il massimo giubileo, e di lasciare un monumento perenne della nostra ardente pietà verso la Regina del cielo.
«Pertanto,
dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la
luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha
riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo
Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a
maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta
la chiesa, per l'autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi
apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata
Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita
terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».
Perciò,
se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio
volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica.
Affinché poi questa Nostra definizione dell'assunzione corporea di Maria vergine al cielo sia
portata a conoscenza della chiesa universale, abbiamo voluto che stesse
a perpetua memoria questa Nostra lettera apostolica; comandando che
alle sue copie o esemplari anche stampati, sottoscritti dalla mano di
qualche pubblico notaio e muniti del sigillo di qualche persona
costituita in dignità ecclesiastica, si presti assolutamente da tutti la
stessa fede; che si presterebbe alla presente, se fosse esibita o
mostrata.
Dato
a Roma, presso S. Pietro, nell'anno del massimo giubileo 1950, 1°
novembre, festa di tutti i santi, nell'anno dodicesimo del Nostro
pontificato.
Noi PIO, vescovo della chiesa cattolica,
così definendo abbiamo sottoscritto
(2) Petitiones de Assumptione corporea B. Virginis Mariae in Caelum definienda ad S. Sedem delatae, 2 voll., Typis Polyglottis Vaticanis, 1942.
(3)Bulla Ineffabilis Deus: Acta Pii IX, pars I, vol. 1, p. 615; EE 2/app.
(4) Cf. CONC. VAT. I, Const. dogm. Dei Filius de fide catholica, c. 4: COD 808-809.
(5) CONC. VAT. I, Const. dogm. Pastor aeternus de Ecclesia Christi, c. 4: COD 816.
(6)CONC. VAT. I, Const. dogm. Dei Filius de fide catholica, c. 3: COD 807.
(7) Litt. enc. Mediator Dei: AAS 39(1947), p. 541; EE 6/475.
((8) Sacramentarium Gregorianum.
(9) Menaei totius anni.
(10) Liber Pontificalis.
(11) Ibidem.
(12) Responsa Nicolai Papae I ad consulta Bulgarorum, 13 nov. 866.
(13) S. IOANNES DAMASCENUS, Encomium in Dormitionem Dei Genetricis semperque Virginis Mariae, hom. II, 14; cf. etiam ibid., n. 3.
(14) S. GERMANUS CONST., In sanctae Dei Genetricis Dormitionem, sermo I.
(15) Encomium in Dormitionem sanctissimae Dominae nostrae Deiparae semperque Virginis Mariae (S. Modesto Hierosol. attributum), n. 14.
(16) Cf. S. IOANNES DAMASCENUS, Encomium in Dormitionem Dei Genetricis semperque Virginis Mariae, hom. II, 2, 11; Encomium in Dormitionem... (S. Modesto Hierosol. attributum).
(17) AMEDEUS LAUSANNENSIS, De Beatae Virginis obitu, Assumptione in Caelum, exaltatione ad Filii dexteram.
(18) S. ANTONIUS PATAV., Sermones dominicales et in solemnitatibus. In Assumptione S. Mariae Virginis sermo.
(19) S. ALBERTUS MAGNUS, Mariale sive quaestiones super Evang. "Missus est", q. 132.
(20) S. ALBERTUS MAGNUS, Sermones de sanctis, sermo XV: In Annuntiatione B. Mariae; cf. etiam: Mariale, q. 132. ,
(21) Cf. Summa theol., III, q. 27, a. 1 c.; ibid., q. 83, a. 5 ad 8; Expositio salutationis angelicae; In symb. Apostolorum expositio, art. 5; In IV Sent., D. 12, q. 1, art. 3, sol. 3; D. 43, q. 1, art. 3, sol. 1 et 2.
(22) Cf. S. BONAVENTURA, De Nativitate B. Mariae Virginis, sermo 5.
(23) S BONAVENTURA, De Assumptione B. Mariae Virginis, sermo 1.
(24) S. BERNARDINUS SENENSIS, In Assumptione B.M. Virginis, sermo 2.
(25) IDEM, l.c.
(26) S. ROBERTUS BELLARMINUS, Conciones habitae Lovanii, concio 40: De Assumptione B. Mariae Virginis.
(27) Oeuvres de St François de Sales, Sermon autographe pour la fete de l'Assomption.
(28) S. ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, Le glorie di Maria, parte II, disc. 1.
(29) S. PETRUS CANISIUS, De Maria Virgine.
(30) SUAREZ F., In tertiam panem D. Thomae, quaest. 27, art. 2, disp. 3, sec. 5, n. 31.
(31) Bulla Ineffabilis Deus: l. c., p. 599; EE 2/app.
Nella prospettiva di una definizione del dogma dell'assunzione, certi spiriti erano esitanti circa la sua opportunità; non essendovi negazioni o errori da colpire, qualcuno non vedeva il bisogno che venisse proclamata una verità già universalmente creduta.
Altri non giudicavano tempestiva la definizione perché non esaurite le ricerche storiche e teologiche.
Altri non la desideravano particolarmente nel timore che potesse provocare una reazione nei dissidenti e rendere sempre più arduo il riavvicinamento tra i cattolici e le altre confessioni cristiane.
E infatti i dissidenti, in particolar modo i protestanti, hanno disapprovato e anche attaccato la definizione del dogma; ma per quanto ciò sia doloroso, non è una ragione sufficiente perché la Chiesa debba tacere la verità.
Nota 2
Stabilito il dogma dell'immacolata, i fedeli furono pervasi da una più viva speranza che anche il dogma dell'Assunta sarebbe stato quanto prima definito dalla Chiesa.
Si cominciò allora ad inviare suppliche alla Santa Sede per ottenere tale definizione. Tra le altre, è rimasta celebre la petizione della regina Isabella II di Spagna del 27 dicembre 1863 - alla quale si suole connettere l'inizio del "movimento assunzionistico" - e la risposta data ad essa da Pio IX: "Non c'è dubbio che l'assunzione, nella maniera colla quale è creduta dalla comune dei fedeli, è una conseguenza del dogma della Concezione Immacolata... tempo verrà che i santi desideri di vostra maestà saranno esauditi".
All'inizio del pontificato di Pio XII erano già un numero veramente imponente le petizioni inviate in pia gara da Pastori e fedeli nel mondo: 113 di Cardinali, 18 di Patriarchi, 2.505 di Arcivescovi e Vescovi, oltre 32mila di sacerdoti e religiosi, 50mila di religiose e 8 milioni di fedeli.
Nota 3
Tacendo della morte della Madonna, la definizione astrae, naturalmente, pure dalla sua resurrezione e ha per unico e diretto oggetto ciò che è essenziale all'Assunzione, ossia l'esaltazione del corpo, unitamente all'anima, della Beata Vergine in cielo.
Tale esaltazione era ammessa da tutti e non poteva non essere intesa da quanti avevano domandato che l'Assunzione venisse proclamata dogma di fede.
Nota 4
Dalla liturgia è presa la prima testimonianza esplicita che la Bolla porta in favore dell'Assunzione: la celebre orazione "Veneranda" fatta inserire da papa Sergio I verso la fine del secolo VII nel Sacramentario Gregoriano, nel quale dice che la Madonna non potè "mortis nexibus deprimi" perché "de se genuit" il Figlio di Dio.
Nota 5
In definitiva tutto si fonda sulla Maternità divina, chiaramente affermata nella Sacra Scrittura.
La mancanza di testimonianze dirette della Sacra Scrittura su una verità di fede come l'Assunzione, e di trasmissione esplicitamente risalente agli Apostoli, non prova da sola che tale verità non appartenga al deposito della fede.
Si sa che la rivelazione pubblica è terminata con gli Apostoli, ma il dato rivelato ha una sua vitalità; non sono rivelate solo le verità contenute esplicitamente nelle fonti della rivelazione, ma anche quelle che vi sono contenute solo implicitamente e mediante l'intuizione soprannaturale del Magistero, dei teologi e dei fedeli, vengono gradualmente scoperte ed esplicitamente conosciute.
La prima ed ultima parola in materia di progresso dogmatico spetta alla fede vivente della Chiesa, che è il grande fattore dello sviluppo della dottrina rivelata.
Nota 6
La definizione dell'Assunzione è stato il più grande avvenimento mariano del secolo XX, ed è stato preludio di una sempre maggior penetrazione nel mistero di Maria SS.ma nel quale tanta luce ancora si cela.
In particolare si tratta di approfondire i rapporti alquanto singolari fra il Cristo e la Madre sua, e altri importanti problemi, segnatamente quello del concorso della Beata Vergine Maria alla nostra redenzione e quello della universalità della sua mediazione nella distribuzione delle grazie (ndr: Corredentrice, Avvocata, Mediatrice di tutte le grazie