martedì 5 settembre 2023

"Ero un pastore protestante finché non ho trovato il tesoro sepolto in un campo". Testimonianza di Keith Nester

"Mio padre era pastore metodista. Ho intrapreso anche io il ministero, diventando pastore dei giovani. Ho cominciato con un gruppetto di 12 ragazzini e in men che non si dica avevamo centinaia di giovani che frequentavano ogni settimana. Io pensavo che Dio fosse veramente contento di me perché per lui facevo tante belle cose, e pensavo di sapere tutto il necessario su Dio, sulla chiesa, su Gesù, sulla Bibbia e anche sul cattolicesimo. 

La verità è  che non sapevo nulla di cattolicesimo e di Chiesa cattolica, le uniche cose le venivo a sapere da chi l'aveva in odio. Sapevo che i cattolici non praticano la propria fede; infatti la persona a me più  cara, mia moglie, era una cattolica non praticante.

Poi ho avuto un'esperienza, in un campo estivo con i nostri ragazzi, mentre facevamo il culto in una sala, e il mio amico pastore guidava il gruppo nella liturgia eucaristica (o quel che era); ha preso il pane, dicendo che Gesù  aveva preso il pane, lo ha spezzato dicendo: questo rappresenta il mio corpo spezzato per voi.
In quel momento un'illuminazione mi ha colpito il cuore e il Signore mi ha parlato: Keith, tu lo sai che non ho detto questo, Gesù  non ha mai detto questo rappresenta il mio corpo, ha detto questo È il mio corpo...

Ero nel mio ufficio a preparare il sermone e successe qualcosa di mai capitato prima: mentre leggevo della Vergine Maria, ho cominciato a piangere  e ho sentito la Sua presenza, in un modo tale che non saprei spiegare, proprio lì, accanto a me, nel mio ufficio.
Non capivo cosa mi stesse succedendo, ero davvero sconvolto e non sapevo cosa fare, ma seguii l'ispirazione e così  scrissi un incredibile sermone sulla Vergine Maria che riceveva l'annuncio dall'angelo Gabriele.
Quando venne il momento di predicare davanti  alla mia congregazione protestante, il sermone era tutto sulla Vergine Maria, su come Ella fosse la nuova Eva, la nuova Arca dell'Alleanza, la Donna dell'Apocalisse; parlai di come fosse piena di grazia, e che l'angelo Gabriele si inchinò davanti a lei; la settimana prima, non si era prostrato di fronte a Zaccaria, che pure era sacerdote, ma ora si inchina davanti a questa preziosa ed umile fanciulla.
Non avevo mai sentito tanto presente lo Spirito Santo su di me come quel giorno  durante questo sermone; e voi magari pensate che la gente dicesse: ma guarda questo Keith, ci propina tutte queste cose cattoliche... no, assolutamente! Invece anche loro piangevano. Quando ho guardato i loro volti li ho visti rigati di lacrime; un uomo addirittura è  venuto avanti, e, caduto in ginocchio, pregava. C'era qualcosa di grande, lì, in quel momento , non capivo cosa, ma, amici, era incredibile!"

Keith Nester, figlio di un pastore Metodista, ha scelto ben presto anche lui la strada del ministero, dedicandosi in particolar modo alle attività  con i giovani per ventidue anni.

Ad un certo punto della sua vita e del suo ministero, che costituiva la sua unica attività, in corrispondenza all'incontro con un amico di fede cattolica, Keith scopre la fede cattolica autentica e ne rimane colpito; fino a quel momento, i cattolici incontrati, fra cui la stessa moglie, erano cattolici non ferventi, che facilmente aderivano alle chiese protestanti perché ritenute più  vive, o con migliori attività per i giovani, più  rispondenti alle proprie aspettative.

Da lì, comincia un processo che lo porterà alla rinuncia al proprio ministero come pastore, all'uscita dalla Chiesa Metodista e all'ingresso nella Chiesa Cattolica.

Di seguito, la trascrizione completa della sua esperienza tratta da un video del suo canale YouTube.

Mio padre è un pastore, così sono cresciuto andando in chiesa e da sempre ho conosciuto Gesù.
Ma la mia prima esperienza di conversione risale a quando avevo 11 anni. Durante un campo estivo il pastore ci ha fatto una domanda: "Se stanotte doveste morire, dove vorreste andare, in inferno o in paradiso?" E noi tutti volevamo andare in paradiso. Allora lui ci ha detto: "Venite qui davanti e fate questa preghiera con me così sarete sicuri (di andarci)".
E così a 11 anni ho accettato di ricevere Gesù  Cristo come mio personale Signore e Salvatore.

Ho vissuto la vita del normale adolescente cercando di tenermi fuori dai guai, ma Gesù  non era il centro della mia attenzione, non era la cosa più  importante.
Tutto è  cambiato quando, a 19 anni, sono andato a Philadelphia per fare il batterista in un gruppo rock; lì ho cominciato a frequentare una chiesa, e il pastore incoraggiava tutti i presenti a dire se la cosa più importante nella vita era veramente Gesù. 

Così ho nuovamente  affidato la mia vita a Cristo e ho intrapreso il ministero, diventando pastore dei giovani. Ho cominciato con un gruppetto di 12 ragazzini e in men che non si dica avevamo centinaia di giovani che frequentavano ogni settimana. Io pensavo che Dio fosse veramente contento di me perché per Lui facevo tante belle cose, e pensavo di sapere tutto il necessario su Dio, sulla Chiesa, su Gesù, sulla Bibbia e anche sul cattolicesimo.
La verità è  che non sapevo nulla di cattolicesimo e di Chiesa cattolica, le uniche cose le venivo a sapere da chi l'aveva in odio. Sapevo che i cattolici non praticano la propria fede; la stessa persona a me più  cara, mia moglie, era una cattolica non praticante.
Infatti quando l'ho conosciuta le ho chiesto: "Sei cristiana?" E lei: "Sono cattolica, va bene lo stesso?" E io: "No, per nulla, vieni nella mia chiesa".  Così  ci siamo lasciati alle spalle il suo cattolicesimo, ci siamo sposati e abbiamo fatto famiglia, mentre io facevo il pastore dedicato ai giovani, ed era tutto fantastico.

Un giorno mi sono reso conto d'avere bisogno di un logo per il mio gruppo giovani, non potevo continuare a chiamarlo così, ma doveva avere un nome originale, da mettere su adesivi e magliette. Così ho telefonato a un grafico, trovato sulle pagine gialle, che subito ha preso a cuore il mio problema, sentivo che era entusiasta del mio progetto e mi ha invitato una sera a casa sua per vedere alcuni suoi bozzetti e io ho pensato: "Certo che vengo, e magari chissà che non acquisti un volontario per il mio gruppo giovani...".
Quella sera era il nostro anniversario di matrimonio, e io dissi a mia moglie che sarei rientrato dopo 20 minuti.
Bene, quando sono sceso dalla macchina, ho subito notato le statue fuori dalla casa, della Vergine Maria, di San Giuseppe, di un tizio con un passero sulla spalla, che ho pensato fosse san Francesco; e quando il grafico mi ha aperto la porta e sono entrato... beh, la sua casa era cattolica quasi quanto la Cappella Sistina: non c'era la televisione ed era piena di icone, quadri e statue di personaggi cattolici.
Quando mi sono seduto a tavola per guardare i suoi bozzetti, lui si è interessato alla mia chiesa e mi ha fatto delle domande, ed io a lui, cosicché  mi ha cominciato a raccontare della sua fede in Cristo.
E io: "Ma scusa un attimo, mi dici di avere fede in Gesù... ma allora cosa ci fai con tutta questa roba cattolica in casa?" E lui, ridendo, mi risponde: "Sì, io sono cattolico proprio perché  amo Gesù!"
A quel punto ero dibattuto fra due pensieri: quello di convincerlo, visto che era così entusiasta di Gesù, a venire nella mia chiesa, bastavano solo cinque minuti, dovevo semplicemente citargli alcuni passi della Bibbia, come sempre facevo in questi casi; l'altro di non rischiare di offenderlo, dato che era un grafico eccezionale e io avevo bisogno del logo per il mio gruppo giovani.

Così  cominciammo a parlare, io condividendo la mia fede e lui la sua, e presto mi resi conto di essermi messo in una situazione difficile, visto che mi faceva domande sulla Bibbia, sui padri della Chiesa e mi chiedeva da cosa sapessi in cosa consiste essere cristiani... finché sua moglie, dal piano di sopra, ci avvisò che erano passate due ore, e che dovevo andare a casa per festeggiare il mio anniversario!
Uscendo, mi dà la videocassetta di un tale che somigliava a mio padre che stringe la mano al papa, e mi dice che era un protestante come me, peggio di me, e che era diventato cattolico. Era la storia della conversione di Scott Hahn, e io meditavo di guardarmela il giorno dopo, sempre nella speranza di convincerlo a diventare protestante...

Quella fu la prima di tante altre conversazioni  fra noi.
Mi resi conto che tutto quello che avevo in testa riguardo alla Chiesa cattolica era basato su concezioni errate, che quelli che avevo ritenuto tipici esemplari di cattolici erano in realtà  persone che non praticavano la fede, e che c'era molto di più da sapere di ciò che appariva in superficie.
L'amicizia con questa persona è stata molto importante: ero convinto di poterlo convertire al protestantesimo e lui era convinto di convertirmi al cattolicesimo, così siamo andati avanti a discutere per anni e, io non lo ammettevo, ma le mie obiezioni venivano abbattute una dopo l'altra.

E quando ho frequentato teologia per studiare la fede protestante ed approfondire quegli aspetti di cui mi parlava il mio amico cattolico, facevo quelle specifiche obiezioni ai professori di teologia e di storia della Chiesa e... sapete cosa? Non avevano risposte da darmi. Così le mie barriere andavano crollando una dopo l'altra.

In seguito ho avuto un'esperienza, in un campo estivo con i nostri ragazzi, mentre facevamo il culto in una sala, e il mio amico Pastore guidava il gruppo nella liturgia eucaristica (o quel che era); ha preso il pane, dicendo che Gesù  aveva preso il pane, lo ha spezzato dicendo: "Questo rappresenta il mio corpo spezzato per voi".
In quel momento un'illuminazione mi ha colpito il cuore e il Signore mi ha detto: "Keith, tu lo sai che non ho detto questo!" Gesù  non ha mai detto questo rappresenta il mio corpo, ha detto: "Questo È il mio corpo"...
Sono uscito da quella sala, mi sono fermato nel parcheggio e, prostrato davanti a Dio, ho preso il telefono, ho chiamato il mio amico e gli ho detto: penso che Dio mi stia chiamando a diventare cattolico. E lui mi ha risposto: "Keith, farò tutto il possibile per aiutarti".

Ero convinto che la mia vita fosse sul punto di cambiare.
Ma dovete pensare al fatto che quello (del pastore protestante) era il mio lavoro, la mia carriera, era l'unica attività  che avessi mai saputo fare, era tutto ciò che mi importava, e nei pochi passi che separavano il parcheggio dalla cappella qualcosa è  cambiato in me; mi sono guardato attorno, ho visto mia moglie con i nostri tre bambini, ancora piccini, il più  piccolo in girello e mia moglie che lo faceva camminare, ho visto quei 250 ragazzi che lodavano Gesù. Quella vocina dentro di me diceva: "Keith, vuoi veramente buttare tutto all'aria per diventare cattolico? Vuoi veramente sconvolgere tutta la tua famiglia e abbandonare questi ragazzi che fanno affidamento su di te? Veramente  vuoi farlo? Andiamo Keith... tu non vuoi farlo veramente!".
E sapete cosa? Mi rattrista dirlo, ma ho ascoltato quella voce, non ho voluto vendere tutto ciò che avevo per prendere quel tesoro nel campo. In quel momento guardavo a ciò che avevo, mi rendevo conto di ciò che Dio mi chiedeva di fare e dicevo: ho paura di obbedire a Dio.
Cari amici, viene un momento nella vita in cui per quanto ti costi obbedire a Dio, tu lo fai, ma io in quel momento  della mia vita non mi sentivo pronto. Così ho voltato le spalle al mio amico cattolico; non ho rotto l'amicizia, ufficialmente, ma ho smesso di confrontarmi con lui, di leggere i padri della chiesa, di pensare alla fede cattolica e ho seguito solo l'altra strada, con quanta più forza potevo.

Questo mi ha portato alla depressione  più  nera sperimentata nella mia vita: il senso della mia vita era essere pastore dei giovani, era un compito stupendo e potevo fare grandi cose per Dio.
Ma quando il mio ministero ha cominciato a vacillare, anche la mia fede è andata in crisi e mi sono allontanato da Dio. Non ho perso la mia fede, ma ho perso il mio ministero perché ero arrivato a al punto d'essere centrato solo su me stesso e non su Dio.
Così  mi sono preso due anni di pausa dal ministero, mi sono focalizzato sulla mia fede e in quel periodo ho compreso che Dio non vuole persone che fanno qualcosa per Lui, ma persone attraverso cui Lui possa operare.

Così dopo due anni ho ripreso il ministero, ma con uno spirito diverso, con un cuore diverso, cercando non di fare delle cose per Dio, ma di essere innamorato di Gesù. Ero pastore in una chiesa più grande e tutti i miei precedenti pensieri riguardanti il cattolicesimo tornarono gradatamente a galla.
Anni dopo la congregazione che stavo servendo entra in un grande sconvolgimento che rischiava di dividerla. Fondamentalmente la gente non   capiva l'autorità della chiesa e ha cominciato a prendere le distanze da quella che io definivo la cristianità storica e biblica; e quando cercavo di richiamarli all'adesione alle Scritture  mi rispondevano: "Beh Keith, questa è  la tua interpretazione della Bibbia". E quando  dicevo loro che non era la mia interpretazione, ma era ciò che la chiesa insegnava da duemila anni, mi chiedevano di quale chiesa parlassi. Ed io: "Ma della Chiesa di Gesù!".
E a quel punto mi sono accorto che utilizzavo i soliti vecchi argomenti cattolici di cui parlavo anni fa: questi avevano trovato la strada principale d'accesso al mio cuore.
Mentre facevo questi discorsi sull'autorità della Chiesa, un mio amico pastore mi ha detto: "Keith, ma se sei così  coinvolto in questa roba cattolica come i discorsi sull'autorità della chiesa, perché  allora non ti fai cattolico?".
È stato come venir travolto da una tonnellata di mattoni...

Ho cominciato a riesaminare tutte le cose di cui avevo parlato con i miei amici cattolici, fra cui l'amico di cui vi ho parlato prima. È uno di questi amici mi ha detto: "Keith, forse è il caso che tu ne parli con un sacerdote".
Così ho telefonato a questo sacerdote che mi ha proposto di  incontrarci di martedì alla Messa delle 12.05; che poi saremmo andati a pranzo e ne avremmo parlato.
Così sono andato a questa Messa delle 12:05 e sono rimasto sorpreso perché  mi chiedevo cosa facesse tutta questa gente in chiesa a metà giornata di un giorno feriale.
Noi non avevamo niente del genere! Venivo da un'esperienza in cui non era possibile far radunare le persone se non con un evento musicale, un sermone; lì invece vedevo gente che veniva a metà giornata in un giorno  infrasettimanale a rendere culto a Dio.
Generalmente molte persone hanno il momento di illuminazione durante la consacrazione o qualcosa di simile; a me successe durante la processione di ingresso. Stavo lì un po'  interdetto, non sapendo cosa stesse succedendo e ci fu la processione, il diacono procedeva tenendo sollevato tra le mani un libro rosso, il Vangelo, e mentre camminava, ci mostrava il Vangelo e sembrava dire: "Questo per noi è  importante, è il nostro fondamento". Così, nel momento  in cui stavo lottando perché  vedevo che la mia chiesa si stava allontanando da ciò  che diceva la Scrittura, vedere che invece una chiesa riteneva la Scrittura ancora prioritaria: ciò mi colpì come una tonnellata di mattoni.
Dopo Messa, durante il pranzo con il sacerdote, gli ho spiegato a che punto fossi del mio percorso e come mi sentissi attirato dal cattolicesimo ma, nello stesso tempo, non molto sicuro di riuscire a farcela, visti i risvolti pratici che questo avrebbe avuto nella mia vita.
E gli ho detto: "Qui sta il punto critico, e ho bisogno di più tempo per pregare, per pensarci...". Ma lui mi ha risposto: "No, non lo devi fare. Devi prendere una decisione: vuoi vendere tutto per Gesù? Vuoi obbedire a Dio, nonostante ciò che ti verrà  a costare?".

Mi stava provocando, ma io non ero pronto a rispondere.
E così continuai a scavare ancora.
Benché fossi in fase di avvicinamento al cattolicesimo, continuavo a fare tutto ciò che fa un pastore; venne l'Avvento, ed avevo il compito di predicare le due prime settimane d'Avvento sul tema della reazione di fronte alla notizia dell'avvento di Gesù.
La prima settimana parlammo di Zaccaria, di come prese la notizia che sarebbe nato Giovanni il Battista. Ricordate? È l'angelo Gabriele a visitarlo e a comunicargli la notizia che sua moglie Elisabetta sarebbe rimasta incinta. Ma Zaccaria  non gli credette
Allora l'angelo Gabriele risponde: "Io sono l'angelo Gabriele e sto alla destra di Dio Padre Onnipotente e visto che non mi hai creduto, ti renderò incapace di parlare".

Questo fu la prima settimana; poi venne la seconda ed io mi preparavo a parlare dell'Annunciazione, quando l'arcangelo Gabriele reca l'annuncio alla Beata Vergine  Maria; nel mondo protestante la si indica come Luca, capitolo 1.
Ero nel mio ufficio a preparare il sermone e leggendo questo testo, che avevo letto migliaia di volte e sul quale avevo predicato decine di volte, successe qualcosa di mai capitato prima: mentre leggevo della Vergine Maria, ho cominciato a piangere  e ho sentito la sua presenza, in un modo tale che non saprei spiegare, proprio lì, accanto a me, nel mio ufficio.
Non capivo cosa mi stesse succedendo, ero davvero sconvolto e non sapevo cosa fare, ma seguii l'ispirazione e così  scrissi un incredibile sermone sulla Vergine Maria che riceveva l'annuncio dall'angelo Gabriele.
Quando venne il momento di predicare davanti alla mia congregazione protestante, il sermone era tutto sulla Vergine Maria, su come Ella fosse la nuova Eva, la nuova Arca dell'Alleanza, la Donna dell'Apocalisse; parlai di come fosse piena di grazia, e che l'angelo Gabriele si inchinò davanti a lei; la settimana prima, non si era prostrato di fronte a Zaccaria, che pure era sacerdote, ma ora si inchina davanti a questa preziosa ed umile fanciulla.
Non avevo mai sentito tanto presente lo Spirito Santo su di me come quel giorno  durante questo sermone; e voi magari pensate che la gente dicesse: "Ma guarda questo Keith, ci propina tutte queste cose cattoliche"... no, assolutamente! Invece anche loro piangevano. Quando ho guardato i loro volti li ho visti rigati di lacrime; un uomo addirittura è  venuto avanti, e, caduto in ginocchio, pregava. C'era qualcosa di grande, lì, in quel momento, non capivo cosa, ma, amici, era incredibile!
Quella settimana ho incontrato uno dei miei amici cattolici, gli ho raccontato ciò  che era successo, di come mi ero innamorato della beata Vergine Maria, e che qualcosa era successo, mentre predicavo quel sermone e lo Spirito era sceso su di me. Lui allora mi ha detto: Keith, devi seguirlo. E io l'ho seguito, ma avevo ancora paura, non sapevo dove Dio volesse condurmi, non me la sentivo di vendere tutto; cercavo un modo di conciliare tutto ciò che stavo apprendendo sul cattolicesimo con la mia vita di prima, senza dover buttare tutto all'aria e perdere ogni cosa.
Ma non è così che funziona con Gesù: quando Lui ti chiama a seguirlo, questo è  esattamente  ciò  che vuole tu faccia, vuole strapparti da tutto per poi poterti ricostruire in cosa e in chi vuole che tu sia; e se ti affidi alla beata Vergine Maria, Lei ti prende per mano e ti accompagna. E così mo sono avviato in questa nuova vita, passo dopo passo, pieno di paura ma anche di entusiasmo.

Una mattina mi sono svegliato e, durante la preghiera mattutina, il Signore mi ha detto che dovevo incontrare Steve Ray.
Steve Ray è uno che si è  convertito al cattolicesimo, era battista; ora tiene delle conferenze. Io lo avevo sentito su YouTube, ma non sapevo chi fosse, non sapevo nulla di lui, sapevo solo che il Signore mi diceva: hai bisogno di incontrarlo.
Beh, ci ho pensato per tutta la giornata,  ma non sapevo come fare; la sera avevo un appuntamento con un amico cattolico, e quando ci siamo incontrati al ristorante prima ancora di metterci a sedere al tavolo, ha aperto il cellulare e mi ha detto: "Huh, mia moglie mi ha appena scritto: Dì a Keith che Steve Ray verrà in città e voi ragazzi sarà il caso andiate a sentire la sua conferenza".
Ora, la città di cui lei si riferiva era a un'ora di distanza,  perché  non abitavamo nella stessa città, ma io ho fatto la pazzia e ho detto: andiamoci!
Ho telefonato a mia moglie per avvisarla che sarei tornato tardi e che c'era questa conferenza che non potevo perdere. Lei mi ha detto: ok, vai.
Così siamo partiti in macchina e durante tutto il viaggio io pensavo: "Signore... cosa vuoi fare? Cosa vuoi fare? ".
Così siamo arrivati nella parrocchia dove Steve faceva questa conferenza, Nostra Signore di Guadalupe; stava per iniziare la Messa e io mi sentivo come uno straccio. "Signore, cosa devo fare?".
Mi sono avvicinato per ricevere la benedizione, perché ricordate, non ero cattolico; mi sono avvicinato, mi sono messo in disparte e sono caduto in ginocchio alzando gli occhi al crocefisso. E mentre gli altri ricevevano Gesù  nell'Eucarestia, io facevo questa preghiera: "Gesù, se vuoi che io diventi cattolico, io lo faccio, ma devi aprirmi la via, aprimi la via. Io non so che fare, non riesco a trovare un modo, non so come le cose si possano sistemare! Ho la responsabilità della famiglia; Signore, tu puoi trovare la soluzione, mi devi dire quale sia, ho bisogno di capire che strada fare, se tu me lo farai capire, ti seguirò".
E, così  chiaro come mai nulla ho sentito in vita mia, il Signore ha parlato nel mio cuore dal crocifisso: "Io sono la Via, la Verità, e la Vita; tu non hai bisogno di trovare la strada, tu hai bisogno di Me".
Questo mi ha colpito come null'altro mai: mi sono alzato, con le lacrime che mi cadevano sul volto, me ne sono tornato al mio posto e ho pensato: ci siamo.
Steve si è  alzato in piedi e ha fatto un discorso eccezionale su come i primi cristiani vendevano tutto, nel senso di tutto, non solo il superfluo, cosa che mi faceva paura; ma loro preferivano morire per la fede piuttosto che bruciare l'incenso agli dei, mentre io ero preoccupato per come mi sarei guadagnato da vivere e dei sacrifici che avrei dovuto fare!

Quella notte tornando a casa dissi al mio amico che sarei diventato cattolico. Rientrato a casa dissi a mia moglie: "Cara, devo dirti una cosa. Devo lasciare il mio lavoro perché devo diventare cattolico".
Ero terrorizzato da come avrebbe reagito; lei era cattolica per nascita ed educazione, e anche se la sua fede d'origine non le diceva nulla, io l'avevo allontanata da essa e questo le era costato. Per un periodo era stata allontanata dalla famiglia, nel senso che la sua scelta non riscuoteva approvazione, e ora eccomi dopo vent'anni a dirle che voglio diventare cattolico? Ero seriamente preoccupato di ciò che avrebbe pensato, ho pensato  che avrebbe detto che ero impazzito...
Invece lei mi ha detto semplicemente: "Keith, sono così orgogliosa di te! So che sei alla ricerca della volontà di Dio, e qualsiasi cosa Dio voglia da te, io sono con te, insieme ne verremo fuori".
Ragazzi, sono veramente benedetto!
Cosi il giorno dopo sono entrato nell'ufficio del mio pastore responsabile e gli ho detto: guarda, le cose stanno così: io devo diventare cattolico. Naturalmente lui restò spiazzato: ma di cosa stai parlando...
Così  mi sono dimesso dalla chiesa che amavo, ho detto addio a tutte quelle persone cui ero affezionato.
La mia chiesa stava per realizzare un nuovo complesso alle porte della città; ci eravamo impegnati così tanto... ma la mia strada era un'altra e io sapevo che avrei dovuto abbandonare tutto per seguire Gesù nella sua Chiesa.

La mia ultima domenica era il giorno in cui avevamo cominciato a gettare le fondamenta; quella successiva ero passato dalla Chiesa più  recente della città a quella più  antica. Mi incontravo settimanalmente  con il mio sacerdote per seguire questo processo per diventare cattolico; ricordo che ci siamo incontrati così per mesi durante i quali Dio mi svelava cose incredibili e sono arrivato al punto che non mi importava più  quanto mi sarebbe successo lasciando tutto, tanto ero emozionato per ciò  che stavo ricevendo.
E così  lui mi ha detto: "Keith, penso tu sia pronto, quando vuoi farlo?". E abbiamo scelto un giorno a caso dal calendario, l'8 ottobre del 2017.
Non c'era nessun motivo  particolare dietro questa scelta, era solo il giorno che abbiamo deciso. Così, mentre quel giorno si avvicinava, ero così impaziente di entrare nella Chiesa, ma ancora senza risposte su ciò  che avrei fatto della mia vita. Ma quando sono andato a ricevere i sacramenti per la prima volta, ho capito che il piano di Dio era più  grande di quanto potessi  mai immaginare!
E quando ho ricevuto Gesù per la prima volta, è  stato incredibile, sono tornato a sedermi, e quando il sacerdote ha detto: scambiatevi un segno di pace, ho sentito bussare alla mia spalla, mi sono girato e, indovinate chi c'era? Steve Ray! Ora, lui abita a 9 ore di distanza da me, ma gli è  capitato che dovesse fare una conferenza in quella chiesa, quel giorno, in quella città.
Non potevo crederci, ero esterrefatto. Mi ha detto: "Keith, fratello, benvenuto a casa. Non te ne pentirai!".
Vi dico qualcosa: quando Gesù parla del tesoro nascosto  nel campo, quello che dice mi lascia senza parole, perché dice che nella sua gioia, l'uomo vende tutto ciò  che possiede.
Ora: come si può essere felici mentre si vende tutto ciò che si ha? Immaginate di vendere tutto ciò  che avete per quell'unica cosa

Ma qui sta la cosa: non dobbiamo essere incerti, non dobbiamo dispiacerci per noi stessi, perché se ciò a cui Dio ci chiama richiede sacrificio, è  qualcosa che ci darà  gioia.

Notate questo: per ottenere questo tesoro, devi scavare, e nella tua gioia, ti lasci tutto alle spalle. La gente mi chiede ogni volta: "Keith, ma tu hai perso gli amici, hai perso questo, perso quello... ti è  costato molto diventare  cattolico!" E io rispondo: "Mi è  costato tutto. Avevo paura di perdere ogni cosa: ho perso il mio lavoro, la pensione, gli amici, la mia gente, tutte queste cose. Ma posso dirvi onestamente questo: seguire Gesù  nella sua Chiesa mi ha dato un tesoro così grande, un tesoro che va oltre a quanto avrei mai potuto immaginare!".
Perché  il fatto è  questo: prima, durante la mia vita, avevo paura di quanto l'obbedienza mi sarebbe costata, ma quanto ti rendi conto del tesoro che ti aspetta, hai più  paura di ciò  che ti può  costare la disobbedienza. Così  voglio che riflettiamo su questo: avete paura d'essere obbedienti o di essere disobbedienti?
Perché  per me entrare nella chiesa non è  stato come dire: "Keith, è  preferibile che tu faccia questo o quest'altro". È stato invece: "Keith, ti invito a vivere la più stupenda avventura che potresti mai avere in tutta la vita!". E per me, questo è  il cattolicesimo: è  la più grande avventura, la più  grande fonte di gioia della mia vita, la cosa più emozionante, sperimentare d'essere parte della Chiesa di Gesù, e tutto ciò  che mi è  costato è  nulla.
San Paolo ha detto che reputava tutto una perdita; ha lasciato tutto ciò  che aveva nel suo ministero ebraico per seguire Gesù, e ha detto: io reputo tutto ciò una perdita, di fronte a ciò  che ho guadagnato.
Amici, ho guadagnato  cosi tanto, ho guadagnato così  tanto che non mi importa di avere un ministero di rilievo o di non averlo. Nulla di tutto ciò importa, ciò  che importa è  che io sono esattamente dove il Signore vuole che io sia. E questa è stata la più  incredibile esperienza  della mia vita.