sabato 23 settembre 2023

Le grazie che scaturiscono dalla Messa. 1: La liberazione dal Purgatorio

Le grazie che scaturiscono dalla Messa 

(di padre Josip Lončar)
1: La liberazione dal Purgatorio 

La liberazione delle Anime del Purgatorio, affresco nel cimitero di Lonate Pozzolo


Quasi ogni Santa Messa che non viene officiata secondo un formulario particolare viene offerta per la liberazione dal Purgatorio di qualche defunto. 

Nel Purgatorio giungono le anime alle quali è stato concesso il Paradiso, ma per accedervi devono prima offrire riparazione per i peccati non redenti, ossia per i peccati per i quali non hanno mostrato sufficiente pentimento e non hanno ricevuto pieno perdono. 

Attraverso la riparazione, queste anime perfezionano il loro amore verso Dio e verso l'uomo. 

Nessuno può entrare in Paradiso senza aver raggiunto la perfezione dell'amore. Ciascuno di noi, nel corso della vita, pecca: con pensieri, parole, facendo cattive azioni e omettendo buone azioni. 

Di alcuni peccati ci pentiamo perfettamente ed essi non costituiranno un ostacolo nel momento del giudizio. 

Di alcuni altri, sappiamo di averli commessi, li abbiamo riconosciuti e abbiamo cercato il perdono, ma nel nostro cuore non ci pentiamo come avremmo dovuto. 

Alcuni peccati cerchiamo addirittura di giustificarli da soli. Peccando abbiamo ferito altri, ma non abbiamo avuto né sufficiente volontà né sufficiente fede per compensare tale danno. 

Pecchiamo molto anche perché non ci impegniamo abbastanza per conoscere Dio e la sua santa parola, ovvero i suoi comandamenti nella loro reale essenza: amore verso Dio, se stessi, i vicini e persino verso i nemici. 

Solo quando ci rendiamo conto della reale essenza di un peccato possiamo pentirci perfettamente. 

Parimenti, Dio ci perdona nel modo in cui noi perdoniamo a coloro che hanno peccato contro di noi (Mt 18,23-35). Molte anime giungono in Purgatorio proprio perché non hanno perdonato abbastanza, sebbene loro stesse desiderassero il perdono. 

La radice del peccato il più delle volte risiede nel fatto che non abbiamo, ovvero non mostriamo abbastanza volontà nell'impostare la nostra vita all'insegna del rapporto intimo e personale con Dio. 

Solo attraverso tale rapporto possiamo conoscerlo con il cuore e amarlo proficuamente. 

Solo da questo amore possiamo amare noi stessi e gli altri in modo fecondo. 

Nel suo amarci, Dio è così misericordioso da averci promesso che chiunque lo invochi nel momento della morte non sarà condannato all'inferno (Rm 10,13; At 2,21). 

Tuttavia, molti dovranno trascorrere molto tempo tra i patimenti del Purgatorio. 

Le anime che lì attendono non possono pregare per se stesse, ma Dio è talmente buono da averci dato la possibilità di pregare per loro, e ciò lo possiamo fare nel modo più efficace con l'offerta del sacrificio eucaristico (CCC 1030-1032; CCC 1472).

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