lunedì 25 settembre 2023

Le grazie che scaturiscono dalla Messa. 3: Redenzione dalla malattia, dal dolore, dalle ferite del cuore

 

Le grazie che scaturiscono dalla Messa 
(di padre Josip Lončar)
3: Redenzione dalla malattia, dal dolore, dalle ferite del cuore

Redenzione dalla malattia

Isaia scrive che Gesù con il suo sacrificio (Is 53,4-5): -       si è addossato le nostre malattie (possiamo intenderlo anche come: ha dato ad esse un senso) -       ha pagato la pena per i nostri peccati, compresi quelli per i quali la malattia è forse insorta o avanzata (odio, amarezza, mancanza di perdono, autocommiserazione, senso di colpa, sregolatezza nel mangiare o nel bere, fumo, droghe, occultismo...) - per le sue piaghe noi siamo stati guariti. 


 

Il risultato dell’opera salvifica di Gesù può essere differente ma è sempre una benedizione per il malato. Può manifestarsi come: - guarigione - conoscenza del significato e accettazione della sofferenza - accettazione della salvezza tramite il perdono dei peccati, accettazione dell'ingresso in paradiso . 

Il Messale contiene il formulario per la Messa per gli infermi, che offre due possibilità di preghiere di Colletta; in una preghiamo Dio affinché guarisca i malati e li faccia tornare alle loro consuete mansioni, in un'altra preghiamo affinché riveli il valore misterioso della sofferenza. 

Quando si parla di guarigione, ci è chiaro a cosa si fa riferimento, ma spesso non comprendiamo cosa significhi l'acquisire consapevolezza del senso della sofferenza. 

Se parliamo del valore della sofferenza unita ai patimenti di Gesù sulla Croce, il malato con il suo intelletto capirà sicuramente di cosa si tratta, ma la sola comprensione non porterà all'accettazione del cuore, non donerà la pace interiore. 

L'accoglienza, la gioia e la pace possono essere donate solo dalla consapevolezza (rivelazione) del vero valore dell'offerta delle nostre sofferenze per la conversione dei peccatori e per ogni altro aiuto ai bisognosi. La coscienza è spesso legata all'esperienza. Dio offre tale consapevolezza (rivelazione) anche a coloro che patiscono per la malattia di persone a loro care, poiché in alcune situazioni soffre più chi è vicino al malato che il malato stesso, basti pensare, ad esempio, al padre o alla madre che sovente provano maggior sofferenza dello stesso bimbo infermo. 

Nella sua conoscenza misericordiosa, Dio sa che per alcuni è meglio morire in stato di grazia piuttosto che guarire. Infatti, dopo la guarigione tornerebbero al vecchio stile di vita e perderebbero la salvezza (per lo più poiché non hanno una fede consolidata), per questo è bene che il Signore li chiami a sé nel momento di massima esperienza di fede della loro vita. 


Dato che il sacrificio della Messa per la guarigione dalla malattia (redenzione) ci porta necessariamente a meditare sul senso e sul valore della vita, esso può persino condurci ad una più profonda conversione personale e ad un più stretto e intimo rapporto con Dio. 

Da tale relazione matura la comprensione della nostra responsabilità (qualora esista) per la salute persa, e per le occasioni che abbiamo nei periodi in cui stiamo bene. Ciò è fondamentale per la crescita spirituale, ma anche per poter custodire il dono della guarigione se Dio ha voluto concederlo. 

È importante tenere a mente che la cura di molte malattie è strettamente legata alla somministrazione di medicinali che riducono significativamente la capacità del malato di pregare per se stesso. Per questo la preghiera per gli infermi, specialmente l'offerta del sacrificio eucaristico per la loro redenzione, dovrebbe dimorare nel cuore di tutti i credenti.


Redenzione dal dolore, dalle ferite del cuore

Isaia riferisce che Gesù ha preso su di sé i nostri dolori. Ritengo che qui si faccia innanzitutto riferimento ai patimenti dello spirito (come il senso di rifiuto, colpa, indesiderabilità, scarsa stima, solitudine, amarezza, ingiustizia...), e poi a qualsiasi altro dolore, compreso quello fisico. 

Con la Messa possiamo ottenere la consapevolezza del senso del dolore, riconoscere le nostre responsabilità (la necessità del pentimento e del perdono verso coloro che ci hanno ferito), essere liberati dal dolore (guariti).

I dolori dello spirito talvolta spengono la gioia vitale e spesso possono influire negativamente sulla vita nel suo complesso, deteriorare la salute, così come i rapporti tra coniugi e in famiglia. Essi spesso causano o contribuiscono sensibilmente al manifestarsi di inquietudine, paure, angosce e varie tipologie di psicosi. 

Durante la Santa Messa possiamo dimorare in Dio, ascoltare e accogliere le sue sante parole. La pace di Gesù, che il mondo non conosce e non può dare, le sue parole, la sua grazia, entrano nel nostro spirito ferito come un'infusione, come la linfa che dalla vite scorre nel tralcio e dona vita. 

Solamente Dio ci conosce fino in fondo e solamente lui può guarirci e liberarci e darci profonda pace interiore e felicità. Per questo, anche per questa intenzione, è estremamente importante una buona preparazione.