giovedì 14 settembre 2023

Qualunque azione, anche la più piccola, deve essere fatta con questo proposito: “Signore, per la tua gloria” (don Dolindo Ruotolo).

Don Dolindo e padre Pio sono due giganti della Chiesa. Don Dolindo venne calunniato, perseguitato, ma diceva che “i miei libri riabiliteranno la mia memoria”. A lui interessava solo essere un semplice sacerdote, al servizio di Dio e del prossimo. Fu una delle figure più importanti della Napoli cattolica. A volte lo chiamavano per predicare anche in 8-9 chiese al giorno. 

Anche se subì persecuzioni da alcuni ecclesiastici, fino a due sospensioni a divinis, guai se qualcuno parlava male della Chiesa con lui: “Tacete, la Chiesa è santa, immacolata, indefettibile”, diceva. Negli anni in cui gli fu proibito di esercitare il ministero sacerdotale, si metteva all’ultimo posto della chiesa e poi, per la Comunione, da umile fedele andava a ricevere l’Eucaristia. Voleva che tutti sapessero che lui rimaneva fedele alla Chiesa. Non se ne allontanò mai.


Della vita di don Dolindo stupisce la capacità di accettare la croce, in ogni situazione.

Gesù aveva detto a padre Dolindo di prendere su di sé le sofferenze di tutti. Lui ebbe il dono mistico dello scambio di dolori. Chiamava i conventi, per esempio le suore di clausura, e diceva: “Datemi le vostre sofferenze”. Tutti i giorni chiedeva a Dio il dono del dolore insieme all’amore, la fede, la mansuetudine, l’umiltà.

Tenne questo atteggiamento anche con i suoi calunniatori

 Lui li amava come un padre, pregava per loro, andava perfino a trovarli a casa per far tornare il sereno nel loro cuore e, naturalmente, i suoi denigratori rimanevano sbigottiti per tanta carità. E se i suoi amici protestavano, replicava: “Tacete, quelli sono miei benefattori”. Perché gli davano la possibilità di offrire delle sofferenze, unendole a quelle di Gesù. 

E poi riteneva che tutto fosse volontà di Dio. Diceva sempre: “In casa nostra si mangia pane e volontà di Dio”. Questa sua santità convertiva le anime. Pensi che nel periodo in cui fu accusato dal Sant’Uffizio convertì una famiglia di massoni che da più di quarant’anni non si avvicinava ai Sacramenti. 

Ha vissuto con un solo pensiero, la gloria di Dio. Insegnava che qualunque azione, anche la più piccola, deve essere fatta con questo proposito: “Signore, per la tua gloria”. Questa era la spiritualità di padre Dolindo.
 

(Dall'intervista della Nuova Bussola Quotidiana a Grazia Ruotolo)