mercoledì 27 settembre 2023

Regole dell’esorcismo (di padre Gabriele Amorth)

Regole dell’esorcismo 
di padre Gabriele  Amorth


Quando la possessione diabolica è riconosciuta e verificata, si può procedere con l’esorcismo.

A cominciare da Gesù che ordinò esplicitamente di scacciare i demoni e ne diede l’esempio, continuando nell'epoca degli apostoli e nel secolo dopo la loro morte, per proseguire nei secoli dei primi padri della Chiesa (200-600 d.C.) e nel Medioevo esiste una tradizione ininterrotta di credenze e riti della Chiesa avente per oggetto gli esorcismi.

Nel corso del tempo tutto ciò è stato condensato all’interno del cosiddetto rito di esorcismo, il rito che ogni esorcista deve seguire quando intende esorcizzare un posseduto. Beninteso, non basta il solo esorcismo. Occorre anche che il posseduto metta la propria esistenza sotto uno stretto regime di preghiera e digiuno. E dopo, soltanto dopo aver accettato questo nuovo regime di vita, egli può sottoporsi agli esorcismi.

Comunque, prima del rito vero e proprio vi sono una serie di istruzioni, possiamo anche chiamarle regole, che è bene avere presente. È necessario che il sacerdote che esorcizza le conosca, ma è utile esse siano conosciute anche dai semplici fedeli che intendono aiutare gli stessi esorcismi con la loro preghiera. Le istruzioni sono in tutto ventuno. Eccole qui di seguito.

1. Il sacerdote che si accinge a esorcizzare con il permesso particolare ed esplicito del vescovo le persone tormentate da uno spirito maligno deve essere pio, prudente e moralmente integro. Egli deve assolvere quest’incarico quanto mai giusto con umiltà e coraggio senza basarsi sulle proprie forze bensì sulla potenza di Dio; inoltre non deve desiderare benefici materiali. Così pure dovrebbe essere in età matura e rispettato non solo per le proprie mansioni ma anche come uomo virtuoso.

2. Per essere in grado di assolvere correttamente il proprio compito, dovrebbe conoscere i molti scritti di natura pratica, compilati da autori approvati dalla Chiesa sull’argomento dell’esorcismo.

3. L'esorcista non deve credere con facilità che qualcuno sia posseduto dallo spirito maligno. Deve conoscere peraltro molto bene i segni che gli consentano di distinguere la persona posseduta da chi soffra di una malattia fisica. I segni indicanti la possessione da parte dello spirito maligno sono: quando il soggetto parla lingue a lui sconosciute con molte parole o comprende lingue a lui sconosciute, quando dimostra palesemente di conoscere cose distanti o celate, quando rivela una forza fisica molto maggiore di quella compatibile con la sua età o con le sue condizioni fisiche normali. Queste manifestazioni costituiscono insieme ad altre della stessa specie un importante indizio.

4. Per acquisire una certezza ancora maggiore, l'esorcista dovrebbe interrogare il soggetto dopo una o due intimazioni pronunciate nel corso dell’esorcismo e chiedergli come si sente spiritualmente e fisicamente. In questa maniera riuscirà anche a scoprire quali parole disturbano più delle altre lo spirito maligno; così potrà ripetere queste parole e produrre effetti maggiori sullo spirito possessore.

5. L’esorcista deve accorgersi dei trucchi e degli inganni di cui si servono gli spiriti maligni per metterlo sulla strada sbagliata. Questi, infatti, hanno l’abitudine di mentire nelle risposte e di manifestarsi difficilmente, affinché l’esorcista si stanchi e cessi di incalzarli. Oppure creano anche l'impressione che la persona esorcizzata non sia affatto posseduta.

6. Talvolta, lo spirito maligno rivela inavvertitamente la propria presenza per nascondersi poi di nuovo, dando l'impressione di non molestare più fisicamente l’esorcizzato per cui questi pensa di essere liberato completamente. Ma l’esorcista non deve lasciarsi ingannare da questi fenomeni né desistere dall'intervento finché non scorgerà i segni dell'avvenuta liberazione.

7. Qualche volta, inoltre, lo spirito maligno frappone qualsiasi ostacolo possibile per impedire al posseduto di sottoporsi all’esorcismo. Oppure tenta di persuaderlo che il suo malessere ha origini perfettamente naturali. Qualche volta induce il posseduto ad addormentarsi durante l’esorcismo e gli provoca delle visioni tenendosi nascosto per dare l’impressione che il posseduto si sia liberato di lui.

8. Certi spiriti maligni rivelano l’esistenza di occulti incantesimi, il nome di chi li ha lanciati e la maniera in cui possono essere spezzati, ma l’esorcista deve guardarsi bene dal ricorrere in faccende simili all’opera di streghe, maghi o altre persone che non siano ministri della Chiesa. Così pure l’esorcista non dovrà mai ricorrere a pratiche dettate dalla superstizione né ad altri metodi illeciti.

9. Talvolta, lo spirito maligno lascia in pace il posseduto e gli permette persino di ricevere la santa comunione, sempre per dare l’impressione di essersene andato. Insomma, gli stratagemmi e gli inganni di cui si serve lo spirito maligno per ingannare gli uomini sono innumerevoli e l’esorcista non deve trascurare alcuna cautela per non cadere nell’inganno.

10. Perciò dovrà tenere presenti le parole di Nostro Signore secondo il quale esiste una specie di demoni che può essere espulsa solo con la preghiera e il digiuno (Matteo, 12, 20).

L’esorcista deve perciò impegnarsi a fondo nel tentativo di seguire l'esempio dei Santi Padri e servirsi di questi due mezzi di fondamentale importanza per ottenere l’aiuto di Dio ed espellere lo spirito maligno.

11. Il posseduto può essere esorcizzato, secondo i casi, in chiesa oppure in qualche altro luogo avente significato religioso e lontano dagli occhi del pubblico. Se il soggetto è ammalato oppure se esistono altri motivi validi, l'esorcismo può avere luogo in una casa privata.


12. A patto che sia sano di mente e di corpo, il posseduto dev'essere incoraggiato a rivolgersi a Dio con la preghiera, a digiunare e a trarre di frequente conforto spirituale dai sacramenti della confessione e della santa comunione, rimettendosi al giudizio del sacerdote, e mentre viene esorcizzato, si raccolga completamente e si rivolga a Dio e domandi a Lui la salvezza con fede salda e in tutta umiltà. E pur tormentato violentemente, tolleri con pazienza, mai dubitando dell'aiuto di Dio.

13. Il posseduto dovrebbe tenere il crocifisso in mano oppure vederlo davanti a sé. Reliquie di santi, se disponibili, possono essergli poste sul petto o sulla testa. Le reliquie devono essere opportunamente avvolte in maniera da impedire eventuali manomissioni. Comunque bisogna stare attenti che i resti sacri non vengano vilipesi o danneggiati dallo spirito maligno. La santa eucaristia non dovrebbe essere mai posata sul corpo o su qualsiasi altra parte del corpo del posseduto perché esiste il pericolo che venga trattata in modo irriverente.

14. L'esorcista deve fuggire da ogni retorica e non deve rivolgere per pura curiosità domande superflue, specialmente sugli eventi futuri e su argomenti occulti che nulla hanno a che vedere con il compito. Egli deve ordinare allo spirito immondo di tacere e di limitarsi a rispondere alle domande che gli vengono rivolte. Inoltre non deve prestare fede allo spirito maligno se questi afferma di essere l’anima di un santo o di una persona defunta o di essere un angelo custode.

 

15. Le domande da rivolgere allo spirito maligno affrontato nel corso dell’esorcismo sono, ad esempio: numero e nomi degli spiriti che si sono impadroniti della vittima, quando sono entrati nel posseduto, perché si sono impadroniti di lui e altre domande dello stesso genere. L’esorcista deve reprimere le manifestazioni di vanità, scherzo e stupidità dello spirito maligno e trattarle con disprezzo. Inoltre deve ammonire i presenti, possibilmente pochissimi, di non badare a ciò che dirà lo spirito maligno e di non rivolgere domande alla persona posseduta. Sarà bene, invece, che rivolgano umili e ferventi preghiere a Dio perché liberi il posseduto.

16. L'esorcista deve celebrare il rito con autorevole fermezza ed essere animato da una profonda fede mista a umiltà e fervore. E quando si accorge che lo spirito maligno è in preda a forti tormenti deve incalzarlo con moltiplicato vigore. Tutte le volte che dovesse notare un movimento, una ferita, una tumefazione in una parte o l’altra del corpo del posseduto, dovrà tracciare il segno della croce e spruzzare acqua benedetta che deve tenere a portata di mano.

17. Così pure dovrà fare attenzione alle parole ed espressioni che spaventano maggiormente lo spirito maligno e ripeterle spessissimo. Quando poi arriverà al punto dell'espulsione, dovrà pronunciare ripetutamente la relativa intimazione con parole sempre sferzanti. Se si accorgerà che sta per riuscire nell'intento, insisterà per due, tre, quattro ore, più a lungo che potrà, fino alla vittoria finale.

18. L'esorcista, infine, deve guardarsi bene dall’offrire medicine di qualsiasi genere al posseduto o di suggerirgliene, lasciando questo compito al medico.

19. Se deve esorcizzare una persona di sesso femminile, dovrà farsi assistere da donne di costumi notoriamente irreprensibili che provvederanno a tenere ferma la posseduta quando sarà tormentata e maltrattata dallo spirito maligno. Queste donne devono dare prova di grande pazienza e appartenere nei limiti del possibile alla famiglia della posseduta. L’esorcista deve evitare ogni motivo di scandalo nonché qualsiasi gesto o parola capaci di recare pregiudizio a lui stesso e agli altri.

20. Durante l’esorcismo, l’esorcista dovrebbe usare preferibilmente le parole della Bibbia anziché servirsi di espressioni proprie o di altre persone. Così pure deve imporre allo spirito maligno di rivelare se la sua permanenza nel corpo del posseduto è dovuta a qualche incantesimo magico, simbolo stregonesco o documento occulto. In caso affermativo il posseduto deve cederlo perché l’esorcismo riesca. Se ha inghiottito qualche cosa del genere, la vomiterà. Se quella tale cosa non si trova nel corpo del posseduto bensì all’esterno di esso, da qualche parte, lo spirito maligno deve rivelare all’esorcista dove si trova. Quando questi la trova, deve bruciarla. L’ossesso sia anche consigliato di manifestare all’esorcista ogni sua tentazione.

21. La persona già posseduta e liberata dallo spirito maligno dev'essere avvertita di evitare con cura azioni e pensieri peccaminosi. Se non dovesse farlo, potrebbe offrire allo spirito maligno nuovamente l’occasione di ritornare e possederla. In tal caso, il posseduto “recidivo” verrebbe a trovarsi in condizioni ben peggiori della volta precedente.