« 5 Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. 6 Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. »
Si deve notare che quando san Paolo parla di carne, intende parlare del peccato in genere e di tutte le concupiscenze dei sette peccati mortali. Siccome, però, la maledetta impurità è la concupiscenza che emerge e domina su tutte le altre, le sue parole possono riferirsi, e si riferiscono, infatti, a questo peccato che può chiamarsi causa ed effetto di tutti gli altri. Persino l’idolatria dei pagani, che aveva l’apparenza di religiosità, sia pure traviata e avvilita, nasceva dall’impurità e produceva impurità.
Per questo san Paolo conclude: Quelli che sono carnali non possono piacere a Dio; essi rifuggono da Dio e Dio li abomina, perché Dio è infinitamente puro e santo; abominandoli, il Signore li ricaccia da sé e li condanna alla morte eterna.
« 9 Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene »
Da tutto quello che ha detto, san Paolo trae come conclusione che noi, pur vivendo nella carne mortale, non dobbiamo vivere di carne, anzi dobbiamo darle la morte con la penitenza e mortificazione, negandole tutte quelle soddisfazioni che sono contrarie allo spirito. Dunque, o fratelli — egli esclama — noi non siamo debitori alla carne da dover vivere secondo la carne, perché se vivrete secondo la carne morirete, se poi con lo spirito mortificherete le azioni della carne vivrete.
La carne non può affacciare su di noi alcun diritto; poiché non è per la carne che siamo capaci dei doni di Dio. Essa, anzi, deve come morire sotto l’impero dello spirito, e dev’essere con questa santa mortificazione strumento dello spirito.
« 14 Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. »
Noi non viviamo per questa misera terra, ma aspiriamo ad essere figli di Dio, per essere poi eredi dell’eterna gloria; ora, chi non vive di carne ma è mosso dallo Spirito Santo, questi è chiamato figlio di Dio, perché per la grazia dello Spirito Santo è incorporato a Gesù Cristo, è membro del suo Corpo mistico, e partecipa in Lui alla sua filiazione.
Essere figli di Dio significa essere liberi in Lui nella Legge dell'amore; essere uomini carnali significa invece essere schiavi dei sensi e ritornare ad essere pagani, nella legge dell’oppressione e del timore.
« 15 E
voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura,
ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale
gridiamo: «Abbà, Padre!». 16 Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.»
Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito di schiavitù, né i convertiti dal paganesimo hanno lasciato l’idolatria per passare nel dominio della Legge dell’ Antico Patto dove il bene si compiva per timore, ma noi in Gesù Cristo abbiamo ricevuto lo spirito di adozione, per il quale ci rivolgiamo a Dio come figli, e lo chiamiamo affettuosamente Padre.
San Paolo cita una parola aramaica, Abbà, che egli stesso traduce: O Padre!, indicando il principio dell'’orazione insegnataci da Gesù: Padre nostro che sei nei: cieli, ecc.
Don Dolindo Ruotolo
Commento alla Lettera ai Romani (8,1-17) da "Lettere di San Paolo Apostolo" (pagg 171-178)
Dalla lettera ai Romani 8,1-17
8
Ora, dunque, non c'è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
2Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
3Infatti
ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne,
Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne
simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato
il peccato nella carne,
4perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.
5Quelli
infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale;
quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è
spirituale.
6Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace.
7Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe.
8Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
9Voi
però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal
momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo
Spirito di Cristo, non gli appartiene.
10Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia.
11E
se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi,
colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri
corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
12Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali,
13perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete.
14Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E
voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura,
ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del
quale gridiamo: "Abbà! Padre!".
16Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio.
17E
se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se
davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla
sua gloria.