SERMONE UNDECIMO
Nel quale ancora si tratta della Messa e misterii suoi, e della contemplazione e orazione in essa.
Desiderando eccitar le vostre carità, fratelli dilettissimi, alla reverenza e devozione del sacratissimo mistero della celebrazione della messa, ho cominciato a manifestarvi i segreti, che in quelle cose si trattano, e si contengono nella messa. Ma perchè ogni tempo è breve a così profondi misteri, ho promesso volervi solamente manifestar quelli che sono significati per quelli atti che si possono veder dal popolo, lasciati quelli che sono più segreti al sacerdote; nondimeno questi furono ancora tanti che non gli abbiamo potuti espedir nel precedente sermone; però acciocchè quelle cose che restano a dire si congiungano, replichiamo brevemente le cose che abbiam dette, perchè così il sermon seguente si continuerà col precedente, e ridarremo a memoria alle menti vostre, se per caso o per negligenza o per troppa occupazion delle faccende vostre alcuna cosa vi fosse caduta della mente.
Abbiamo adunque detto che la umana natura involta nei peccati è significata per la confessione del sacerdote, e il desiderio grande de’ santi padri per il quale desideravano la redenzione della umana generazione è significato per I’ introito; il grido loro alla santa Trinità per il Kyrie eleison ; l’avvenimento di Cristo abbiam detto significarsi per Gloria in excelsis Deo; dicemmo ancora, che allora sperando la umana natura poter impetrar qualche cosa, ora a Dio padre per Gesù Cristo; e la predicazione di san Giovanni Battista esser significata per la epistola; la penitenza che predicava il detto san Giovanni per il graduale, il gaudio dell’ apparizion di Cristo per alleluia; l’operazion della carità o della fede per il versicolo; la predicazion di Cristo per l’evangelio; la conversione finalmente del popolo e la fede degli apostoli dicemmo esser significata per il Credo, e in questo luogo abbiam lasciato il parlare imperfetto.
Se adunque vi ricordate la division della messa per noi fatta, non abbiamo ancora espedita la prima parte di essa, la qual si estendeva fino al canone, nella quale ancora si contengono l'offertorio, l’oblazione , il lavar delle mani, la orazion segreta e la prefazione. Quello adunque che significhino queste cose or lo dichiareremo alle vostre carità se a noi porgete devotamente l’orecchie.
Cominciamo adunque. L’evangelio sacro manifestamente dimostra, che predicando Cristo e facendo cose mirabili, tutta la Giudea lo seguitava e glorificava le opere sue. Al che vedendo i farisei, scribi e sacerdoti, concitati a invidia lo perseguitavano e gli apparecchiavano insidie per ammazzarlo. Massimamente furono concitati a quel tempo quando resuscitò Lazzaro quatriduano, attestando l’evangelio, dove dice: dipoi la resuscitazion di Lazzaro, fecero concilio i pontefici e farisei, e dicevano: che faremo noi, perchè quest'uomo fa molti segni? Se lo lasciamo così, tutti crederanno in lui. E molto più, fatto questo concilio, furono concitati ad eseguire lo scellerato concilio, quando Gesù sedendo sopra l’asina e poledro venne gloriosamente in lerusalem. Onde ancora dicevano: Vedete che non facciam nulla, e tutto il mondo gli va dietro. Onde Gesù dopo la resurrezione di Lazzaro non andava più in palese, come dice san Giovanni evangelista, perchè i Giudei avevano dato il comandamento che lo prendessero; e Gesù dopo questo, essendo prossima la pasqua, ascese in Ierusalem sedendo sopra l’asina e il suo poledro, esclamando quelli che andavano avanti e quelli che lo seguitavano: osanna al figliuolo di David, benedetto quello che è venuto nel nome del Signore; osanna negli eccelsi; e dopo questo cominciò la sua memoranda passione.
Il sacerdote adunque cantato il Credo (che significa la conversione e fede degli apostoli e dei popoli che seguitavano Cristo), perchè i farisei cominciarono grandemente a perseguitar Cristo, ed era prossimo il giorno della passione, significando questo si volta al popolo dicendo: Il Signore con voi; come se dicesse: il Signore sia con esso voi per solida e ferma fede, che non vi spaventiate nelle passioni, ma patiate insieme con Cristo, secondo quel detto: avendo Cristo per noi patito in carne, armatevi ancor voi col medesimo pensiero.
Risponde adunque il popolo: E con lo spirito to, cioè ed ancor tu sii armato della medesima cogitazione. E aggiunge il sacerdote: Oremus, come se dicesse preghiamo che non manchiamo; perchè ogni donazione ottima e ogni dono perfetto è di sopra, discendendo dal padre dei lumi, dice san Giacomo.
E allora legge l’offertorio quasi in silenzio, qual meglior appare nella messa grande, nella quale il sacerdote lo dice solo nè lo canta, come canta le altre orazioni; e questo significa che Cristo allora non andava palesemente, ma già cominciava ad oferirsi in ostia a Dio padre.
Imperò il sacerdote offerisce il calice preparato, pregando la santa Trinità che riceva quel sacrificio per la salute di tutti gli uomini, significando in questo il desiderio di Cristo, per il quale desiderava offerire sè stesso per la salute di tutti, secondo quel detto suo: Con desiderio ho desiderato mangiar questa pasqua con voi (Luc. 22).
Dappoi il sacerdote lava le mani per le cose sante che lui dee trattare, significando questa ostia esser immaculata e quelli che vengono insieme ad offerirla dover essere immaculati, dicendo il Signore per il profeta: Andando nella via immaculata questo mi ministrava (Psal. 100).
Dopo questo il sacerdote venendo al mezzo dell’altare s'inchina mostrando la sua indegnità; perchè certamente egli é indegno di trattar tanto sacramento, e però si converte al popolo pregando che preghino insieme con lui che ei faccia il sacrificio accetto.
E comincia a pregare segretamente, in tutto queste cose dimostrando, come il Signore si ascondeva fino al tempo prefinito. Allora adunque tu leva la mente tua col sacerdote, pregando che questo sacrificio sia accetto a Dio in tua salute e di tutti i tuoi.
Ed in fine delle orazioni il sacerdote leva la voce dicendo: Per tutti i secoli dei secoli, significando come Cristo con gloria e laudi ascese sopra l'asina ed il suo poledro. E allora debbi udire, e render grazie a Dio quasi con lui ascendendo in lerusalem, e laudar tu la Trinità; e quando si dice: Benedetto quello ch'è venuto nel nome del Signore, metti il segno della croce nel petto tuo ricordandoti che Cristo ascendeva al monte Calvario portando la croce, e ascendi con lui dicendo insieme con Paolo apostolo: Sia discosto da me di gloriarmi se non nella croce del Signor nostro Gesù Cristo, per il quale il mondo m'è crocifisso e io al mondo; e quivi terminammo la prima parte della messa che vi abbiamo proposto.
Mettendo mano adunque alla seconda parte, così cominciamo. La seconda parte della messa, la qual è dal canone fino al lavar delle mani, quanto a quelle cose che si possono contemplare dal popolo e essergli manifeste, contiene la orazione avanti che si levi il corpo di Cristo, e dappoi la elevazione, e dopo questa la segreta orazione, e dappoi si dee cantare in alta voce l’orazione domenicale; poi contiene la frazione dell’ostia, e il pax domini; dappoi contiene Agnus Dei; item la comunione, e la lavazione. Ma perchè i misteri che sono nel canone, non si devono dichiarar al popolo bisogna in questo luogo insegnare che cosa e come il popolo debba orare, mentre si dice il canone. Imperò questa seconda parte chiamiamo orazione.
È adunque da sapere che Cristo prima che fosse levato in croce patì in molti modi ed essendo in croce disse sette parole, dipoi morì e fu sepolto, discese agli inferni, e resuscitò, e apparve alle donne ed ai discepoli; e per questa resurrezione vivificati, secondo quel detto dell'apostolo che dice: Per il che lo spirito di quello che ha suscitato Gesù da’ morti abita in voi quello che ha suscitato Cristo da’ morti, vivificherà ancora i mortali corpi vostri per lo spirito di quello che abita in voi (Rom. 8.1).
Quando adunque il sacerdote comincia il canone, e tu farai un sacchetto di diversi ramuscelli di mirra, aloe e casia e di altre erbe e di amaro sapore e che rendono soave odore: e quelle spargendolo di acqua metti sopra il foco, e levalo avanti il Signore ponendovi sopra tutta la polvere della terra. Ma che cosa è questa che vuoi ch’io faccia? Attendi se ti piace. Raccogli nella memoria diverse passioni di Cristo, come dice la sposa: Un fascetto di mirra il mio diletto a me, riposerà tra le mie mammelle, cioè intra la memoria mia e intelligenza; e supponegli il foco della carità, eccita il fervore vedendo il sangue di Cristo che corre in terra per amor tuo, perchè se allora tu penserai le sue passioni, tu ti accenderai grandemente in fervore: Nella meditazion mia, dice il Salmista, arderò il fuoco, perchè le sue lampade sono lampade di fuoco e di fiamme (Psal. 38. 1); e bagna le piaghe di quello con le tue lagrime, le quali procedano dalla pietà della passione mentre gli hai compassione, e da l’amaritudine così de’ tuoi peccati come dei peccati degli altri, che le tue lagrime ti siano ogni giorno pane di dì e di notte.
Item metti sopra il fascetto la polvere della terra, cioè tutti i peccati del mondo, primamente i tuoi, e poi quelli degli altri, perchè allora il sacerdote prega per tutti, sì come offerisce per tutti; imperocchè prima prega per la pace e conservazion della Chiesa, per il Papa, per il Vescovo, per l'Imperatore e per tutti i fedeli, e specialmente poi per gli amici e per i circostanti, perciocchè dobbiamo pregar tutti, come abbiam detto disopra, dicendo l’Apostolo: Pregovi adunque avanti ogni altra cosa che si facciano preghi, orazioni e dimande con referire grazie per tutti gli uomini, per i re e tutti quelli che sono in dignità, acciocchè facciano tranquilla e quieta vita con ogni pietà e onestà.
È questo contra alcuni ignoranti e semplici che dicono: ditemi questa messa tutta per me, quasi che niun altro ne debba esser partecipe, e già è venuto l'uso che vogliono comprar le messe. Pregovi adunque, fratelli, che diate le vostre elemosine gratis, e pregate i sacerdoti che vi facciano partecipi di quel sacrificio, ovvero che lo debbano applicar a voi secondo che parerà giusto appresso la divina giustizia, e non vogliate ogni giorno dimandar messe votive, e confondere l’ordine della chiesa, perchè la chiesa ha ordinato una volta che si debba udir la messa che corre da tutti così per i vivi come per i morti.
E però offerite a Dio queste cose, ovvero poste sopra il fascetto, cioè nelle viscere del Signor Gesù Cristo, invocate col sacerdote l’aiuto di tutti i santi, perchè il sacerdote fa questo. E sono tre cose specialmente di che dovete pregar il Signore. Primamente che disponga i giorni nostri nella sua pace. Secondo che ei ne cavi dalla eterna dannazione. Terzo che si degni di numerarci tra i santi ed eletti suoi e che siam benedetti da lui e scritti nel libro della vita, e sia rato e fermo quel che ne ha promesso, e allora leva il fascetto avanti il Signore col sacerdote, il quale fatta la consacrazione del corpo di Cristo, leva quello avanti il Signore per tutti i vivi, e finalmente leva il calice col sangue; e significa la elevazione di Cristo in croce; e reverentemente quello elevando, dirai: Signor Dio delle virtù, esaudisci l’orazion mia, apprendi con l’orecchie Dio di Iacob. E se per ventura il Signore ti dirà nel cor tuo: tu se indegno di essere esaudito, soggiungi dicendo: risguarda, protettor nostro Dio, guarda dico qual sacrificio è questo. Or è questo l’agnello della legge immaculato? Or è questo il vitello o il montone offerto per i nostri peccati? Non è questo il tuo figliuolo diletto? Guarda che piaghe lui ha, e che passione lui ha portato per noi. Guarda che carità lui ha avuto verso di noi, e riguarda in faccia del Cristo tuo, risguarda nella sua umanità. Veramente, padre santo, non ne puoi negar il perdono, veramente lui ha portato le nostre infermità, e ha portato i nostri dolori.
E deposto il calice, il sacerdote si escusa di tanta presunzione dicendo, che questo ha fatto per comandamento di Cristo, perchè lui dice così: fate queste cose in mia commemorazione. Le quali parole tolte da san Luca evangelista e dall'apostolo Paolo, la chiesa, non mutato il senso, varia alquanto nel canone dicendo: Ogni volta che farete questo, lo farete in mia commemorazione.
E di nuovo il sacerdote prega il Signore che questo sacrificio nostro gli sia accetto, come il sacrificio del giusto Abel e del patriarca Abraam e del sommo sacerdote Melchisedech; cioè che la fede nostra sia accetta in quel modo che fu la fede di Abel, di Abraam e di Melchisedech; e inchinasi come dimostrando al tutto esser indegno; prega che tutti quelli che sono partecipi di questo sacrificio siano ripieni di ogni benedizione celeste e di grazia. E perchè la passion di Cristo è fatta per i vivi e per i morti, imperò subito prega per tutti i morti ; dipoi prega ancora per noi e per tutti i peccatori che si degni di accompagnare con i santi apostoli e martiri nella beata vita.
E per avventura è buono contemplare che dopo la elevazione quando si dipone il corpo di Cristo, è significata la deposizion sua della croce, e la consumazione ovvero l’adempiezione della passione per la quale abbiamo ardire di pregar allora il padre in alta voce, e con gran fiducia dimandar e impetrar ogni cosa.
Onde il sacerdote soggiunge in alta voce: Facciamo orazioni. Ammoniti da salutari comandamenti e formati da divina instituzione, abbiamo ardimento di dire: Padre nostro, e quel che segue; e abbiamo ardire chiamare il Signore padre nostro, imperocchè per questa passione siamo fatti figliuoli di Dio, rendendo testimonio in questo lo Spirito Santo. Onde dice l’Apostolo: Esso spirito rende testimonio allo spirito nostro che noi siamo figliuoli di Dio; e se siamo figliuoli, siamo ancora eredi, eredi certamente di Dio e coeredi di Cristo (Rom. 8).
Vi preghiamo adunque primamente che ’l suo nome sia onorato per la passione di Cristo, e sia santificato e amato; dipoi arditamente dimandiamo il regno dei cieli e le altre cose fino a questo, che liberi noi dal male. Allora ne libererà da ogni male, quando susciterà i corpi nostri mortali, e ascenderemo incontro a Cristo in aere, e così noi saremo sempre col Signore e canteremo contra la morte questa parabola: Dov'è, o morte, la tua vittoria ? Dov'è, o morte, il tuo stimolo? E similmente canteremo contro il re di Babilonia, cioè il diavolo e tutti i suoi membri che perseguitano i santi, e diremo: Cristo è stato la tua morte, o morte, e fu il tuo morso, o inferno. Canteremo ancora: Come ha cessato l’esattore? Si è riposato il tributo? Ha spezzato il Signore il braccio degli empi, la verga di coloro che signoreggiano, che percuoteva i popoli nella ira con percussione insanabile, che signoreggiava nel furore alle genti. Quietossi, e riposossi tutta la terra. Ancora gli arbori si allegrarono di te, i cedri del Libano da quel tempo che hai dormito, non è asceso chi ne tagliasse. L'inferno disotto è spaventato per te nel riscontro del tuo avvenimento, ti ha suscitato contro i giganti. Tutti i principi della terra fece levar delle sedie loro, tutti i re delle genti. Tutti questi grideranno e ti diranno: ancora tu sei infermato come noi, e sei fatto simile a noi; è stata tirata all’ inferno la tua superbia, il suono de’ tuoi salterii. Sotto di te sarà steso il vermine, e copriranti i vermini. Come cadesti di cielo, Lucifero figliuolo dell'aurora! Sei cascato a terra tu che debilitavi le genti, che dicevi nel cor tuo: io salirò in cielo sopra le stelle di Dio, esalterò la sedia mia, e sederò nel monte delia chiesa nei lati dell’aquilone, salirò sopra l’altezza della nuvola, mi rassomiglierò all'Altissimo; nondimeno sarai tirato all'inferno nel profondo del lago; e quel che segue, come ivi si legge a pieno (Isa. 14). E allora staranno i giusti in gran costanza contra di loro che si erano angustiati e che aveano tolto le fatiche di quelli. Ma seguitiamo oramai l'altre cose.
Dopo questo il sacerdote piglia la patena nascosta sotto la palla ovver corporale nella messa che non si canta, perchè altramente si fa nella messa che si canta perchè il diacono la toglie di mano del suddiacono e la scopre e dalla al sacerdote. Questi adunque significano le donne ch’andarono al scpolcro, perchè prima la fede era nascosta; e posto il Signore nel sepolcro cominciarono a dimostrarsi i cuori larghi, ardenti di carità.
Ed il sacerdote pigliando la patena si segna con quella col segno della croce, e significa Cristo che accettò di quelle donne la fede e la carità ch'è nella sua croce; onde ancora loro apparve. Dipoi scopre il calice; e significa l'angelo che levò la pietra dalla bocca del sepolcro resuscitato prima il Signore, e però si pone l’ostia sopra il calice, il che significa che Cristo è fuora del sepolcro e sopra la morte, perchè Cristo resuscitando da morte più non muore; la morte a quello non dominerà; e non solamente lui non muore, ma ancora darà ai suoi membri la vita immortale.
Onde rappresenta ancora tutto il corpo mistico della chiesa; per il che si frange, acciocchè conosciamo esso Signore, come lo conobbero i discepoli nello spezzar del pane. Imperò si spezza in tre parti, le quali significano i tre stati della chiesa: imperocchè alcuni sono in gloria, alcuni nel purgatorio e alcuni nel presente secolo. I primi sono significati per la parte posta nel calice; perciocchè s’inebrieranno dalla grassezza le case tue, e del fiume della tua voluttà gli darai bevere, dice il Salmista (Psal. 38). E i secondi sono significati per l’altra particella, cioè per la metà della metà ch'era congiunta a quella particella che si mette nel calice, perchè se son sicuri della gloria, non hanno però ancora quella, ma sono fino al presente in lamenti. Ed i terzi per la terza parte, la qual da alcuni si mette sopra la patena, imperocchè fino a questo giorno vanno sopra la terra , e perchè lo stato presente e lo stato del purgatorio sono penali. Però queste due parti si mangiano, acciò per quelle siano significati coloro che ancora sono cruciati con pene.
Per il che il nostro Ordine non incongruamente, come rimproverano alcuni ignoranti, tengono quelle due parti con la mano sinistra, e la terza particella ripongono con la man destra, perchè la destra significa la gloria, e la sinistra le pene e tribolazioni presenti; rettamente adunque ripone la parte dei gloriosi con la destra nel calice, e con la sinistra ritien due parti, per dimostrare che coloro che per quello sono significati sono ancora nelle pene o tribolazioni, che sono significati per la sinistra, secondo quel detto della sposa: La sinistra di quello sotto il capo mio, e la destra di quello mi abbraccerà (Cant. 8). Imperocchè tanti padri non averiano instituito questo senza ragione, nè per questo riprovano le altre consuetudini; ma diversi hanno diverse ragionevoli consuetudini: altramente la sposa di Cristo, non potria esser circondata dalla varietà come la induce il salmista.
Fatto questo, il sacerdote annunzia la pace, perchè già fatta la resurrezione, certa cosa è che è fatta la pace con gli uomini appresso a Dio perchè esso è la nostra pace, il quale ha fatto, di ambedue uno (Ephe. 3).
Certamente l’Agnus Dei significa il desiderio degli apostoli di veder Cristo resuscitato; del numero dei quali fu san Tommaso, del quale oggi celebriamo la solennità , perchè esso desiderava di vedere e dubitava. Onde gli apparve il Signore e mostrandogli le mani, i piedi e il costato, gli disse: Metti il tuo dito qui, e vedi le mie mani, accosta la tua mano e mettila nel mio lato, e non voler esser incredulo, ma fedele; al quale allora Tommaso toccò il lato, il che è significato per la pace, quale allora dà il sacerdote, per il che Cristo apparendo sempre diceva: La pace sia a voi. San Tommaso adunque confessò dicendo: Signor mio Dio mio. Ma grande allegrezza ne dà quello che dipoi soggiunge il Signore: Perchè tu mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; ma beati quelli che non hanno veduto e hanno creduto.
Dipoi il sacerdote toglie il corpo e dipoi il sangue. Per l'assunzione del corpo è significato che col corpo resusciteremo, e per l’assunzion del sangue è significata la gloria dell'anima e la redenzione, perchè esso ne ha amati e ne ha lavati dai nostri peccati nel sangue suo.
Dipoi si lava i diti e la bocca, non per che sia immondo per il fatto del corpo di Cristo, ma significando sè esser indegno di toccar quello. Onde non vuole che quello stia sempre appresso di lui, ma lavasi, conciosiaché lui sia indegno. Dopo queste cose si canta l’antifona, che si chiama post communionem , nella quale rendiam grazie al Salvatore di tanti beneficii; e il libro si porta al destro lato, perché alla fine del mondo, come abbiam detto, il Signore ritornerà ai Giudei; ed il sacerdote eccita il popolo con la sua salutazione ed orazione a render grazie de' passati beneficii ed a pregar per la gloria futura.
Dipoi di nuovo salutato il popolo dice nei giorni solenni: Ite missa est, che significa l’ascensione di Cristo, quando comandò ai suoi discepoli che andassero in lerosolima, e che di lì non si partissero, ma che aspettassero la promissione del Padre.
E dipoi il sacerdote si volta quasi partendosi dal popolo, quello nondimeno rispondendo: grazie a Dio di tanta promissione; e nuovamente si volta benedicendo il suo popolo. La qual benedizione significa il mandar dello Spirito Santo negli apostoli, per il quale, ovvero dal quale, furono mandati a predicar la fede nell’universo mondo.
Onde il sacerdote dice l'evangelio di san Giovanni dove si contien tutta la fede, e questa missione dura fino alla fine del mondo. Onde si legge in S. Marco: Ed essi andati predicarono in cadaun luogo, cooperando il Signore, confermando il parlare, seguitando i segni.
Quando adunque il sacerdote dice: andate, la messa è finita; intendete che Cristo vi dica: andate in Ierusalem alla orazione e di virtù in virtù aspettando la promission del Padre. E quando ti dà la benedizione, inginocchiati, quasi accettando lo Spirito Santo, e quasi mandato da Dio che tu predichi agli altri come puoi, e annuncia ai prossimi tuoi i beneficii di Dio e traili con teco alla vita eterna. Imperocchè non è cosa che tanto piaccia a Dio quanto lo zelo delle anime, perciocchè esso è morto per questo zelo, e mandò gli Apostoli per tutto il mondo con questo zelo, onde san Giacomo dice: Fratelli miei, se alcuno di voi errerà nella verità e alcuno lo convertirà, sappia che quegli che farà convertire il peccatore dall’errore della via sua, farà salva l'anima dalla morte, e coprirà la moltitudine de’ peccati. Studiatevi adunque d’andar alla patria, e condur i compagni, dove il Signor Gesù mostrerà la gloria sua col Padre e Spirito Santo, regnando per infiniti secoli. Amen.