venerdì 6 ottobre 2023

Padre Amorth: le strade preferite dal demonio per entrare

 


Quali sono le strade preferite del demonio per entrare? 

Sono quattro i metodi grazie a cui il demonio entra nelle anime. Due rarissimi. 

Uno riguarda i santi. Cè un'iniziativa del demonio per tentare una persona che vede santa, e per cercare di farla rinunciare alle vie di Dio. Rarissimo. 

Altro caso rarissimo è quello di un complesso di peccati gravissimi in cui uno si indurisce in maniera irreversibile. A mio parere è anche il caso di Giuda Iscariota. Chi sa quanti tentativi ha fatto Gesù perché vincesse la sua cupidigia del denaro! Una cupidigia che l’ha portato a dire: quanto mi date se ve lo consegno. Stabilirono il prezzo di trenta denari, che era il prezzo di uno schiavo robusto. Due casi rari.

Il caso più frequente, di gran lunga, e lo metto al novanta per cento, è quello del maleficio. Avviene quando qualcuno subisce un male causato dal demonio e provocato da qualche persona che si è rivolta a satana, o ha agito con perfidia satanica. 

Il resto — dieci, quindici per cento, non sono stato esatto nelle cifre, riguarda persone che hanno fatto pratiche di occultismo. Ossia: sedute spiritiche, partecipazione a sette sataniche, e magari hanno frequentato maghi e cartomanti.

Sono queste le forme oggi estremamente diffuse. Pensi che in Italia ci sono più di ottocento sette sataniche. Pensi al satanismo diffuso da divi che hanno un grandissimo seguito, tipo Marilyn Manson, con certi complessi musicali di rock satanico. Non ce l'ho con la musica rock, che è una musica rispettabilissima, ce l’ho con il rock satanico. Le sedute spiritiche adesso vengono fatte senza neanche chiamare più un medium per entrare in contatto con la persona defunta. Adesso insegnano a farsele da solo, in quelle che sono le due forme più usate: con il registratore e con la scrittura automatica.

E tramite queste strade il demonio può entrare?

Può entrare. Si apre una porta. Il novanta per cento però sono malefici. Vengono compiuti da persone collegate con satana. La maggior parte dei malefici non ha effetto; o perché la persona è ben corazzata dalle preghiere e dalla frequenza alla chiesa; quando uno vive unito a Dio è difficilissimo che un maleficio lo colpisca. Se uno è in stato di peccato mortale è più facile che il maleficio raggiunga il suo effetto, il suo scopo.

Come vengono praticati, materialmente?

La fattura può essere fatta in tanti modi. Arrivando a contatto diretto con la persona, facendole mangiare o bere qualche cosa di maleficiato. Basta che una volta la vittima prenda in casa di una persona di cui si fida, una tazzina di caffè, o dei cioccolatini in cui è stato immesso un «pasticcio» preparato prima dal mago e sottoposto a rito satanico, e il danno è fatto. Il male viene dal rito satanico, più che dal materiale in sé usato. Pur essendo il materiale decisamente immondo: non so, polvere di ossa di morti, sangue mestruale, sangue di animali uccisi apposta per compiere quel maleficio lì. Quindi accade che la vittima, in buona fede, senza aver la più pallida idea di quello che sta assorbendo, mangia o beva qualche cosa che le procura poi, lentamente, un maleficio. Lentamente il maleficio agisce nella persona. Magari è un bambino, e i genitori danno poca importanza alla cosa: crescendo - dicono - sarà un fastidio che passa. Poi i disturbi aumentano e allora incomincia la trafila; prima dai medici, poi dagli psichiatri e dagli psicologi. Infine, vedendo che i mali aumentano sempre di più e che le cure mediche sono inefficaci, si rivolgono a maghi e cartomanti. 

Alla fine, dal momento che il male peggiora, invece di migliorare, approdano all'esorcista. Ma intanto il maleficio ha compiuto il suo percorso e ha affondato sempre più profondamente le sue radici. E questa è la fattura. Che può essere fatta in tanti modi diversi. Cè il caso del transfert. Viene celebrato un rito magico su un pupazzo che rappresenta la vittima; e nel pupazzo vengono conficcati spilli e chiodi, nelle parti del corpo del pupazzo che si vogliono colpire. Soprattutto la testa; molte volte i genitali, talvolta le braccia. Ma testa e stomaco soprattutto sono i punti favoriti. Spilli sugli occhi. E poi la persona dice: sento come degli spilli che mi attraversano gli occhi. Prova un dolore fortissimo!

Ecco, lei che cosa può fare in un caso come questo?

Ogni esorcismo comincia con le parole: «Ecce crucem Domini», e a quel punto il sacerdote tocca il collo della persona colpita con la frangia della stola, e le impone la mano sulla testa. Benedico, faccio l'esorcismo, ed esorcizzando ungo gli occhi con l'olio. Uso i metodi del mio maestro; ho una mescolanza d'olio dei catecumeni, che è l'olio che si usa nel battesimo, che è proprio l'olio contro il demonio. Lo
mescolo con l'olio che si usa per il sacramento dell’unzione degli infermi, per guarire anche i mali fisici che vengono causati da questi malefici. 

E poi, soprattutto, la preghiera. Gli esorcismi sono tanti, ma possono essere riassunti in questa formula: «Nel nome di Gesù, satana, vattene!», il grande esorcismo. È Gesù che ci ha detto: coloro che credono in me, nel mio nome cacceranno i demoni. Quindi cè la forza del nome di Cristo.

E i demoni come reagiscono?

Cercano di scoraggiare lesorcista, dicendo: tu non puoi fare niente contro di me; sono troppo forte, perdi il tuo tempo; insomma, usano un gioco psicologico. Noi sempre rispondiamo: non sono mica io che ti caccio, è Gesù. È lui che ti caccia via, prenditela con lui. Per un demonio, lasciare un corpo umano e tornare nell’inferno è come una morte definitiva. A volte esprimono la loro disperazione, dicendo: muoio, muoio. Mi stai uccidendo, hai vinto. Tutti i preti sono assassini. Ma è sempre un lavoro lungo.

Fattura, transfert; che altri sistemi esistono?

Legature, per esempio. Ho esorcizzato una ragazza, grazie al cielo quasi interamente liberata in questo momento, alla quale con una bamboletta durante un rito satanico avevano legato l'ombelico con il cervello. L'hanno fatto subito dopo la nascita. Avrebbe dovuto crescere tutta piegata, ripiegata su se stessa in una forma disastrosa.

E perché questa cattiveria?

Dissidi familiari... In genere giocano molto gli interessi materiali. Sono laureato in giurisprudenza, la mia è una famiglia di giuristi, e so che gli avvocati vivono molto sulle liti familiari ed ereditarie. Ma certe volte è solo per perfidia, per invidia, per gelosia. Questa donna ha passato i trent'anni. E durante gli esorcismi assume quella posizione che avrebbe dovuto avere se fosse andato a buon fine il maleficio. Il demonio ha dovuto più volte confessare che è stato per causa di «Lei», cioè della Madonna, «della tua signora» che il maleficio non ha avuto tutto l'effetto che avrebbe dovuto avere. Ha avuto un effetto immensamente minore.

Che disturbi aveva?

Dolori, mali di testa fortissimi, tanto da far fatica a studiare, faticare moltissimo ad acquistare una posizione - è impiegata con un lavoro invidiabile, ma a prezzo di grandi sofferenze. E anche adesso che è quasi totalmente liberata, ogni tanto continuo a esorcizzarla. Spero che un po' per volta si arrivi alla liberazione completa, ma ancora adesso ha dei momenti di grande sofferenza.


E come ha saputo il modo in cui è stata maleficata?

Il demonio ce l’ha detto. Noi impariamo tutto interrogando il demonio. Però noti: il demonio è un gran bugiardo, e noi impariamo tutto dal demonio, però abbiamo bisogno di avere un riscontro oggettivo. Le faccio un esempio. La prima cosa che si chiede al demonio è il nome. Il demonio fa una enorme fatica a parlare. Fa di tutto per non parlare. Per lui dire il nome, scoprirsi, rappresenta una grande sconfitta. Gli si fa dire il nome, e quando dice il nome è già sconfitto al cinquanta per cento.

Che nomi dà?

Nomi strani, oppure nomi - e sono i demoni purtroppo più comuni - che derivano dalla Bibbia o dalla tradizione biblica. Satana, Lucifero, Asmodeo, sono tra i più diffusi, Mefisto, cioè Mefistofele. Oppure dà dei nomi che sono del tutto strani.

Come nel caso della famosa indemoniata di Piacenza di cui è stato scritto l'esorcismo negli anni '20, perché era sempre presente un frate stenografo, per tutti i tredici esorcismi, e ha imparato tutto da lì. Ma bisogna sempre controllare. 

Le faccio un esempio: esorcizzavo una ragazza, che aveva dai venticinque ai trent'anni. Ho chiesto al demonio: quando sei entrato qui? Ha risposto: quando aveva sedici anni. Dopo l’esorcismo ho chiesto alla ragazza: ma tu, da quando ti senti male? Eh, da quando avevo sedici anni. Poi ho chiesto ai genitori la stessa cosa; e anche loro hanno confermato. Allora voleva dire che il demonio è stato costretto da Dio a dire la verità, perché di suo è sempre bugiardo.


Che cosa chiede d'altro al demonio durante gli esorcismi?

Sono proibite le domande di curiosità, e si devono fare solo le domande tese alla liberazione. Perciò chiedo in che modo è entrato, chi ha fatto il maleficio. Tutte cose però che hanno bisogno di riscontro, perché il demonio di sua natura è un bugiardo. Gli chiedo quando uscirà, se ha già avuto l'ordine da Cristo di uscire. Anche lì magari rispondono citando delle date; ma l’unico riscontro che abbiamo, per sapere se è stato sincero oppure no, è controllare se dopo il giorno fissato il demonio c'è ancora. Una volta ho rimproverato il demonio perché un signore doveva essere liberato l'8 dicembre, festa mariana per eccellenza. Invece dopo l'8 dicembre, esorcizzandolo, il demonio cera ancora, tale e quale. Allora l’ho rimproverato; e lui mi ha preso in giro con sarcasmo: non lo sai che appartiene alla mia natura essere bugiardo? Non te l’hanno mai insegnato che dico le bugie? Non te l'hanno mai insegnato? Il demonio non ha senso dell'umorismo, ma il senso del sarcasmo sì. Fa di tutto per scoraggiare l'esorcista. Il più delle volte quando gli si chiede: quando uscirai? risponde: mai! Quando uscirai? Quando morirà questa qui, perché me la porto via con me. È mia, appartiene a me, è mia. Altre volte: questa me la devi lasciare, ti libererò tutte le altre, ma questa no. Allora dico: liberamele tutte! Tutte bugie, il demonio è il padre della menzogna.


È faticoso fare esorcismi?

È faticoso, specie con i tipi tremendi, perché cè contemporaneamente la fatica fisica. Io tengo la testa, gli altri che mi aiutano tengono le braccia... però anche tener la testa che si muove con una forza... cè la fatica fisica e la fatica psichica di recitare con convinzione le preghiere di esorcismo. Dirle con grande fede, con più fede che si può. Perché la liberazione dipende anche dalla fede dell'esorcista, dalla fede della persona che viene esorcizzata, dalla fede dei parenti, degli amici, che pregano per questa persona

Le do un'idea di come facciamo gli esorcismi, i più grandi, più impegnativi, quelli che facciamo a Monteverde, nella casa di un esorcista, uno dei figli di don Orione, un orionino, un esorcista in gambissima, anche lui allievo di padre Candido, per cui siamo perfettamente affiatati. 

Abbiamo una stanza, dove facciamo l'esorcismo, e a fianco una cappella, con il Santissimo, dove si trovano sempre delle persone che pregano, per dare forza all'esorcismo. E anche questo è molto importante per noi, avere delle persone che pregano mentre noi facciamo l'esorcismo. Noi invochiamo l’intercessione dei santi, e anche di persone viventi. Per esempio è stato frequente negli ultimi anni di malattia di papa Wojtyla fare esorcismi usando l'esortazione: ti impongo di uscire per le sofferenze di Giovanni Paolo II! Ti impongo di uscire per le fatiche di papa Giovanni Paolo II! Il demonio si arrabbia moltissimo. Quando invochiamo l’intercessione di Madre Teresa di Calcutta accade lo stesso. Perché sono persone carismatiche, amiche di Dio. Poi i santi, naturalmente, e ci sono alcuni santi che sono più efficaci di altri, e rispecchiano un po’ la devozione della persona.


Papa Wojtyla ha fatto esorcismi?

Sì, ha fatto esorcismi. Il vescovo di Spoleto, monsignor Alberti, che adesso è arcivescovo di Cagliari, portò, dopo averlo naturalmente avvertito e avuto il suo consenso, una ragazza nella cappella privata di papa Wojtyla e lui le ha fatto per un buon quarantacinque minuti un esorcismo. Con tutta la fede che ha il Papa... La ragazza reagiva molto, ma sembrava che non avesse beneficio. Quando alla fine il Papa, stanco per lesorcismo, ha detto: ecco domani celebrerò la messa per te, ecco, questa ragazza si è risvegliata di colpo. Noti: sono quei risvegli parziali, che danno una liberazione momentanea, non una liberazione totale. Però grazie a questi risvegli parziali diciamo al demonio: ecco, hai perso la battaglia. E lui risponde: ho perso la battaglia, ma non la guerra. Ossia, ci sono ancora; adesso mi ritiro, ma solo per un po'; perché ho tanto lavoro, sono stanco di queste cose. Il demonio bisogna arrivare a renderlo spossato. È una lotta a coltello, chi la dura la vince, e noi duriamo sempre più di lui. Se ne va, ma dice sempre: non crediate di avermi vinto. Vado, perché ho altro da fare. Oppure, me ne vado perché sono stanco di stare qui con voi, e aggiunge frasi di disprezzo. Però ritorna; nel giro di ventiquattro ore. Alle volte ritorna nel giro di pochi minuti, di poche ore.

Anche di recente si è parlato di una benedizione di papa Wojtyla...

Questo caso a cui lei accenna è interessante. È una persona che è venuta da me per essere esorcizzata. Alle volte ho detto che è una di Milano, o di Torino, o di Palermo, perché non venga identificata. Le persone sono gelosissime, non vogliono essere riconosciute come possedute dal demonio. E anche una volta liberate non si prestano a raccontare in pubblico la loro esperienza, specialmente ai mass media. Hanno il timore di essere trattate come delle lebbrose. È venuta a Roma per essere esorcizzata. Mi ricordo che è arrivata un lunedì, io il martedì pomeriggio le ho fatto un esorcismo, e poi ho dedicato a lei il pomeriggio seguente. Dal momento che viene da lontano, quando arriva a Roma le faccio cinque esorcismi consecutivi. Tutta la settimana, al pomeriggio. Il mattino lo dedico agli altri. Dal lunedì al venerdì. Era mercoledì, c'era l'udienza pontificia, è andata all'udienza. Vedendola così sofferente, l’hanno messa in prima fila fra i malati. Quando è entrato il Papa ha incominciato a urlare, fortissimo. Il Papa se ne è accorto, e ha detto: tenetemela da parte, perché finita l'udienza desidero benedirla. L'hanno portata all'Arco delle Campane e, in una camera appartata, presenti i genitori della ragazza, presente un vescovo, presente qualche persona, Giovanni Paolo II ha pregato su questa ragazza per una buona mezz'ora. Questa ragazza lì per lì ne ha avuto beneficio, però si è trattato di un beneficio provvisorio; ma un beneficio a cui ci richiamiamo ogni volta che torna. Ricordi quando è stato il Papa a ordinarti di andare via? E il demonio si mostra molto irritato, al ricordo di questa preghiera, molto irritato.


(da: Marco Tosatti e Padre Amorth "Inchiesta sul demonio")